Lingue uralo-altaiche
Con lingue uralo-altaiche viene indicata una famiglia linguistica che include la famiglia turca (turco, azero, kazaco, usbeco e i suoi derivati), la famiglia Mongolica (mongolo, buriato) e la famiglia uralica (ungherese, finlandese, estone, eccetera).[1] Questa categorizzazione rimane comunque a livello ipotetico poiché non esistono sufficienti prove per poterne giustificare l'esistenza. Il termine uralo-altaico è stato disapprovato da parecchi linguisti nella storia. Va peraltro ricordato come sia discussa l'esistenza stessa del gruppo altaico, mentre è pienamente accettata quella del gruppo uralico. Anticamente i popoli giunti in Europa e parlanti lingue di questo gruppo, (per esempio i magiari), erano a volte chiamati "turchi", e "turche" le lingue da essi parlate. Nonostante questo uso fosse molto diffuso nell'Europa medievale, ciò fu frutto e concausa di una certa confusione che durò molti secoli e perdura anche oggi. L'ipotesi di un ceppo uralo-altaico è abbastanza antica; il primo a proporla fu W. Schott nella sua opera Versuch über die tatarischen Sprachen (Saggio sulla lingua tatara) pubblicato a Berlino nel 1836, in cui tra l'altro ipotizzava una relazione anche con il ceppo ugro-finnico.[1] Diversi linguisti moderni dubitano che i due gruppi possano essere imparentati. Altri sostengono che i gruppi siano collegati solo tramite una famiglia più antica, quella nostratica, e che i gruppi altaico ed uralico non siano più imparentati rispetto a quanto lo siano gli altri componenti di questa famiglia linguistica. Le lingue di entrambi i gruppi non presentano una distinzione di genere grammaticale per i sostantivi e si basano su una struttura della frase di tipo SOV. Queste similitudini potrebbero comunque essere soltanto frutto di una coincidenza o di interazioni da parte dei parlanti le diverse lingue: infatti, non vi è prova che queste caratteristiche derivino dalle stesse radici. Note
Bibliografia
Voci correlateCollegamenti esterni
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