Lingua amarica
L'amarico (nome nativo አማርኛ, ’amarəñña) è la lingua ufficiale dell'Etiopia, anche se nella regione convivono numerose etnie e di conseguenza anche le lingue parlate sono più di ottanta. È di origine semitica e presenta quindi affinità con l'aramaico, l'ebraico, l'arabo, il maltese, la lingua fenicia e le lingue estinte della Mesopotamia. Appartiene, insieme al tigrino, al ramo delle lingue nate in Africa nel gruppo delle lingue semitiche[1]. Il suo alfabeto è costituito da 260 segni sillabici, divisi in sette ordini a seconda della coloritura vocalica. L'amarico è basato sullo sviluppo delle radici trilettere, verbali, da cui derivano sostantivi, aggettivi e le altre parti del discorso. Al 2022, è parlata da 57,5 milioni di parlanti totali[2]. Suoni e ortografiaFonemiNon esiste una translitterazione comunemente accettata dell'amarico nell'alfabeto latino, anche se gli esempi successivi seguono quella più diffusa tra i linguisti specializzati. Le tabelle di consonanti e vocali forniscono tali simboli quando differiscono dall'alfabeto fonetico internazionale IPA.
Sistema di scritturaCome per altre lingue del mondo (come per es. le lingue dell'India) l'Amarico non usa come sistema di scrittura un alfabeto ma un alfasillabario o abugida quest'ultimo termine tra l'altro deriva proprio dall'Amarico[3]. Un abugida è un sistema di scrittura costituito da segni (grafemi) che indicano consonanti seguite da una vocale inerente, che possono essere coerentemente modificati con estensioni o segni diacritici (tipicamente gli stessi per la stessa vocale al variare delle consonanti) che indichino altre vocali o, a volte, l'assenza di vocale. Quindi un'abugida è molto diverso da un sillabario, dove i simboli con suoni simili sono differenti l'uno dall'altro, e da un alfabeto vero e proprio, dove simboli separati sono utilizzati per indicare consonanti e vocali.
GrammaticaL'amarico si distingue per una morfologia complessa, che ha condotto, specialmente nel campo della morfologia verbale, a una grande varietà di forme. SostantiviGenereL'amarico ha due generi grammaticali, maschile e femminile. Di solito il genere dei sostantivi non è evidenziato dal punto di vista morfologico, in alcuni nomi femminili viene usato il suffisso -sh. PluraleIl plurale dei sostantivi viene formato con il suffisso -očč: p.es. bet ‘casa’, betočč ‘case’; sәu ‘uomo’, sәwočč ‘uomini, gente’; mәkina ‘automobile’ mәkinočč ‘automobili’. ArticoliL'articolo determinativo (maschile: u, femminile wa) viene posposto al sostantivo come suffisso: betu ‘la casa’ (maschile) e lamwa ‘la mucca’ (femminile). PronomiI pronomi personali liberi dell'amarico hanno forme differenziate per genere solo nella 2ª e 3ª persona singolare, a differenza di lingue affini (ge'ez e tigrino) che fanno differenza di genere anche al plurale. (Si noti che il femminile del pronome di 2ª persona è una caratteristica generale delle lingue semitiche, a differenza delle lingue indoeuropee, che fanno differenza solo nella 3ª persona.) L'amarico impiega forme speciali di cortesia, impiegate quando ci si rivolge a qualcuno rispettosamente e anche quando si parla di qualcuno rispettosamente.
I pronomi personali di 3ª persona e di cortesia hanno le forme alternative ərsu (egli), ərsəa (ella) e ənnersu (essi/esse), come pure ərswo (Lei, cortesia) e ərsaččeu (Loro, cortesia), che vengono usati quasi esclusivamente nella lingua scritta, raramente in quella parlata. VerbiIl principio radicaleLa struttura morfologica del verbo si fonda su un morfema radicale, che può contenere da una a cinque consonanti radicali, oltre a determinate sequenze di vocali, che accompagnano tali consonanti. Il tipo e il numero di vocali come pure il possibile allungamento di una delle consonanti radicali varia con la flessione del verbo. Per esempio, dalla radice flg (‘volere, cercare’) si possono costruire:
Note
Bibliografia
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