Lepus nigricollisLa lepre indiana o lepre dalla gualdrappa (Lepus nigricollis Cuvier, 1823) è un mammifero lagomorfo della famiglia dei Leporidi. DistribuzioneCon numerose sottospecie (Lepus nigricollis aryaberthensis, Lepus nigricollis dayanus, Lepus nigricollis nigricollis, Lepus nigricollis ruficaudatus, Lepus nigricollis sadiya, Lepus nigricollis simcoxi, Lepus nigricollis singhala) la specie è diffusa in India meridionale, dal Madhya Pradesh ad ovest al Godavari ad est, fino all'isola di Ceylon a sud: esistono numerose popolazioni introdotte a Giava, Mauritius e varie isole delle Seychelles[1]. DescrizioneDimensioniMisura una sessantina di centimetri di lunghezza, per un peso di 2–3 kg. Le popolazioni insulari, anche introdotte, tendono a raggiungere dimensioni adulte minori rispetto a quelle degli esemplari presenti sulla terraferma. AspettoIl pelo su testa, zampe e petto è bruno, il dorso è grigiastro con brizzolature nere sparse, mentre il basso ventre e gli anelli di pelo attorno agli occhi sono di colore biancastro: la specie deve il nome comune alla presenza di una banda di pelo nero che dalla nuca si diparte fino alla base della mandibola, a mo' di scialle. Anche la coda è nera. BiologiaSi tratta di animali crepuscolari e notturni, che passano il giorno a dormire in depressioni del terreno che essi stessi scavano. A volte, tuttavia, entrano in attività durante il giorno nei periodi nuvolosi, oppure possono essere osservati mentre prendono il sole[2]. Hanno abitudini prevalentemente solitarie, tuttavia durante la stagione riproduttiva è possibile osservare gruppetti formati da numerosi maschi attorno ad una femmina in estro. AlimentazioneLa lepre indiana è un animale erbivoro: durante la stagione delle piogge, si nutre prevalentemente di erba tenera, mentre durante la stagione secca, quando questa fonte di cibo è assai scarsa od assente, l'animale ripiega su altri tipi di cibo, come foglie e fiori. Nelle zone dove sono stati introdotti, questi animali sono considerati assai dannosi, in quanto nutrendosi delle piantine e dei germogli di alberi, ne impedisce la crescita a danno delle specie di uccelli che vi nidificano[3]. RiproduzioneNon vi è una stagione riproduttiva ben definita, tuttavia si riscontra un picco delle nascite nel periodo compreso fra ottobre e febbraio, corrispondente alla stagione delle piogge, quando vi è maggiore abbondanza di cibo: quest'ultima pare essere il fattore critico per innescare l'estro della femmina, anche se è stato dimostrato che nella sottospecie dayanus anche il fotoperiodo gioca un ruolo importante[4]. Durante il periodo di estro delle femmine, i maschi si mostrano assai aggressivi gli uni con gli altri, ingaggiando incontri di "pugilato" e rincorrendosi forsennatamente. Ciascun maschio cerca di copulare con il maggior numero possibile di femmine, le quali a loro volta vengono montate da numerosi maschi per ciascun estro. La gestazione dura circa un mese e mezzo, al termine del quale vengono dati alla luce una media di due cuccioli, già in grado di vedere e ricoperti di pelo. I cuccioli vengono nascosti dalla femmina nella vegetazione più fitta mentre quest'ultima va in cerca di cibo: essi non hanno odore e sono assai statici, il che consente loro di non essere intercettati da eventuali predatori che si trovassero nei paraggi. I cuccioli divengono indipendenti dalla madre attorno alle due settimane e mezzo d'età e diventano sessualmente maturi ad un anno circa d'età. La speranza di vita in cattività di questi animali è di oltre sette anni, mentre in natura è raro che giungano oltre il quarto anno di vita. Note
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