Le leggi della frontieraLe leggi della frontiera (Las leyes de la frontiera) è un film del 2021 diretto da Daniel Monzón. La pellicola, di produzione spagnola, costituisce un adattamento cinematografico dell'omonimo romanzo di Javier Cercas.[1] TramaGerona, 1978: il 17enne timido e nerd Nacho Cañas conosce Zarco e Tere, due giovani in fuga provenienti dal quartiere a luci rosse della città. Così, quasi senza rendersene conto, si ritroverà coinvolto in un triangolo estremamente pericoloso, che mescola amore e criminalità. Tra rapine e furti, Nacho diventa pian piano uno di loro, tanto da proseguire queste azioni assurde per un’intera estate. Ma presto non saprà più dov'è il confine tra giusto e sbagliato e così, per amore, precipiterà in un turbinio di eventi…[2] ProduzioneSviluppoProdotto da Mogambo e Atresmedia, in collaborazione con Buendía Estudios, il film ha ricevuto diversi finanziamenti dall'ICAA[3]; Netflix già in fase di produzione ne ha comprato i diritti.[4] Il film ha richiesto un budget di circa 7 milioni di euro.[5] RipreseLe riprese sono durate 10 settimane, si sono concluse a novembre 2020 e si sono svolte interamente in Spagna, tra Gerona, Manresa, Montblanc e Costa del Garraf.[3] DistribuzioneIl film è stato presentato in anteprima mondiale il 25 settembre 2021 al Festival internazionale del cinema di San Sebastián, come film di chiusura dell'edizione.[6] Distribuito dalla Warner Bros.[7], è poi uscito nelle sale cinematografiche in Spagna l'8 ottobre 2021.[8] Il film è stato poi distribuito anche nel mondo, con il titolo internazionale Outlaws, e in Italia il 22 novembre 2021[9], sulla piattaforma Netflix.[10] AccoglienzaCriticaFausto Fernández di Fotogramas ha assegnato al film 4 stelle su 5, evidenziando positivamente il triangolo formato dai personaggi Nacho, Tere e Zarco.[11] Philipp Engel di Cinemanía gli ha assegnato 3 stelle e mezzo su 5: ha scritto che la performance principale di Begoña Vargas finisce giustamente per "mangiare" quelle dei due protagonisti maschili; ha ritenuto che l'atmosfera "a metà strada" funzionasse.[12] Josu Eguren di El Correo ha assegnato al film 2 stelle su 3: ha considerato il film "una riflessione stimolante sul divario tra memoria e nostalgia" così pervasivo nel discorso storico spagnolo contemporaneo ma alla fine dominato da "monologhi digressivi ingannatori trasformati in immagini".[13] Federico Marín Bellón della ABC ha assegnato al film 4 stelle su 5, considerandolo "un magnifico ritratto, un aspetto nuovo e stilizzato" dell'epoca già ampiamente rappresentata dal genere kinki[14] (il genere cinematografico spagnolo più popolare tra anni '70 e '80). Riconoscimenti
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