Le Père Duchesne
Con Le Père Duchesne si indicano differenti giornali apparsi durante la Rivoluzione francese. Il più popolare fu il Je suis le véritable père Duchesne, foutre di Jacques-René Hébert, che pubblicò 355 numeri dal mese di settembre 1790 fino al 14 marzo 1794, dieci giorni prima della morte sulla ghigliottina, avvenuta il 24 marzo 1794. Pressoché contemporanei furono il Je suis le véritable père Duchesne, moi, foutre di Jean-Charles Lamel e le Lettres bougrement patriotiques du véritable père Duchesne, marchand de fourneax, di Antoine Lemaire, seguiti da decine di altri giornali il cui titolo faceva riferimento al personaggio del Père Duchesne. StoriaNato nelle fiere[1] del 'Settecento, il père Duchesne (padre Duchesne) era un personaggio tipo che rappresentava l'uomo del popolo sempre intento a denunciare gli abusi e le ingiustizie. Troviamo questo personaggio immaginario in un testo intitolato le plat de Carnaval (il piatto di Carnevale) e in un opuscolo anonimo del febbraio 1789 dal titolo Voyage du père Duchesne à Versailles (Viaggio di papà Duchesne a Versailles) o la Colère du père Duchesne, à l'aspect des abus (la rabbia di papà Duchesne, di fronte agli abusi) dello stesso anno. Nel 1789 diversi opuscoli sono stati pubblicati sotto questo nome. Nel 1790, un dipendente delle poste dal nome di Antoine Lemaire e l'ex abate Jean-Charles Jumel avevano lanciato dei giornali utilizzando lo pseudonimo fittizio di père Duchesne, ma quelli di Hébert, che i venditori ambulanti vendevano in strada gridando: « Il est bougrement en colère aujourd'hui le père Duchesne ! » (« È dannatamente arrabbiato Padre Duchesne oggi! »), si distinguono per la violenza che ha caratterizzato il suo stile di scrittura. Dal 1790 al 1791, il père Duchesne era costituzionale e faceva gli elogi del Re Luigi XVI e di La Fayette, deplorando Maria Antonietta d'Austria e Marat e riservando la sua ira all'abate Maury, grande difensore dell'autorità papale contro la Costituzione civile del clero. Il governo stampò nel 1792 alcuni suoi numeri a spese della Repubblica, al fine di distribuirlo tra le forze armate con lo scopo di scuotere i soldati da un torpore considerato pericoloso per la salvezza della cosa pubblica. In origine, la pubblicazione, effettuata presso la stamperia Tremblay, era su otto pagine non numerate nel formato in ottavo, che si pubblica quattro volte per decade e ad un costo di cinquanta centesimi al mese. La prima pagina di ogni numero era sormontata da una vignetta rappresentante il "père Duchesne" con una pipa e una carota di tabacco[2] in mano con questo motto: «Io sono il vero padre Duchesne, cazzo!» e due croci di Malta su ogni lato. La numerazione della rivista iniziò col primo numero di gennaio 1791. Dal numero 13, copiò la miniatura di un altro "père Duchesne", che si pubblicava in via del Vieux-Colombier, che rappresenta un uomo con i baffi, sciabola al fianco e un'ascia sollevata su un sacerdote che lo implora con entrambe le mani, a cui rivolge la minaccia « memento mori » (ricorda che sei mortale). Alla fine di ogni foglio vi sono due forni, uno dei quali è rovesciato. Quest'ultimo emblema rappresentava la professione del "padre Duchesne", che si diceva fosse un vecchio mercante di forni. A partire dal numero 138, Hébert si separa dal suo editore Tremblay, che pubblica lui stesso qualche falso. Una volta ghigliottinato Hébert, i suoi nemici con sollievo si dedicano con gioia a parodie, come La Grande Colère du père Duchesne, en voyant tomber sa tête par la fenêtre nationale (la grande collera del padre Duchesne, quando vide la sua testa cadere dal davanzale pubblico). Altri, come Saint-Venant con "Baffi senza paura", si sforzano di scrivere nello spirito dei tempi con parodie nuove nello stesso stile triviale che lo caratterizzava. Lebon ne pubblica uno nel 1797. Damane pubblica trentadue numeri con questo nome a Lione - Comune Affrancato. Il titolo è stato ripreso più volte nel XIX secolo, soprattutto durante la Rivoluzione del 1848 e la Commune di Parigi nel 1871, vedi Le Père Duchêne. StileDestinato ad essere gridato per le strade, i sommari che precedevano i numeri di "Padre Duchesne" erano concepiti specificamente per catturare la curiosità del pubblico. Così si urlava: «La grande colère du père Duchesne contre le ci-devant comte de Mirabeau, qui a foutu au nez de l'Assemblée nationale une motion contraire aux intérêts du peuple.» ("La grande rabbia di papà Duchesne contro sua signoria il conte di Mirabeau, che ha sostenuto di fronte all'Assemblea nazionale una mozione contraria agli interessi del popolo.") - « Les bons avis du père Duchesne à la femme du roi, et sa grande colère contre les jean-foutre qui lui conseillent de partir et d'enlever le dauphin.» ("I saggi consigli di papà Duchesne" alla moglie del re e la sua grande rabbia contro i pinco pallini che gli consigliano di partire e portar via il delfino." Essere segnalato come nemico della Repubblica nel le Père Duchesne si traduce spesso in una fine alla ghigliottina. Non esitò mai a chiedere, secondo le sue parole, che la « carrosse à trente-six portières » ("carrozza a trentasei porte") trasportasse questo o quel « crapaud du Marais» ("rospo della palude - della piana") « éternuer dans le sac » ("starnuto nel sacco"), « demander l'heure au vasistas » ("chiedere l'ora al finestrino"), « essayer la cravate à Capet » ("provare la cravatta a Capeto"), tutte metafore del ghigliottinamento. "Le père Duchesne" esprime la sua gioia alla notizia della ripresa di Tolone (1793) con questi termini: (FR)
«« Quelles carmagnoles on vous fait danser, Autrichiens, Prussiens, Anglais !... Brigands couronnés, ours du Nord, tigres d'Allemagne, vous croyiez qu'il n'y avait qu'à se baisser et à prendre des villes !... Victoire, foutre ! victoire ! Aristocrates, que vous allez manger de fromage ! Sans-culottes, réjouissez-vous; chantez, buvez à la santé de nos braves guerriers et de la Convention. Nos ennemis sont à quia. Toulon est repris, foutre ! Brigands couronnés, mangeurs d'hommes, princes, rois, empereurs, pape, qui vous disputez les lambeaux de la République, tous vos projets s'en vont ainsi en eau de boudin… ».» (IT)
«Che carmagnole vi facciamo danzare, Austriaci, Prussiani, Inglesi!... Briganti coronati, orsi del Nord, tigri di Germania, voi credevate che bastasse abbassarsi e prendere delle città!... Vittoria, cazzo! vittoria! Aristocratici, che andiate a mangiare del formaggio! Sanculotti, gioite; cantate, bevete alla salute dei nostri valorosi guerrieri e della Convenzione. I nostri nemici sono ammutoliti. Tolone è ripresa, cazzo! Briganti monarchici, mangiatori di uomini, principi, re, imperatori, papa, che vi disputate i resti della Repubblica, tutti i vostri progetti se ne sono andati in un brodo di sangue… »» Iconografia
Canzoni(FR)
«COMPLAINTE DU PÈRE DUCHESNE
Comme quoi le père Duchesne s’est trompé de chemin. 1° Couplet
Comme quoi le père Duchesne sera dedans 2° Couplet
(IT)
«LAMENTO DI PÈRE DUCHESNE
Come papà Duchesne ha sbagliato strada. 1° Strofa
Come papà Duchesne sarà dentro 2° Strofa
Note
BibliografiaTesti on line
Pubblicazioni di "père Duchesne" non emesse da Jacques Hébert
Pubblicazioni di "père Duchesne" contro Jacques Hébert
Fonti
Riferimenti
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni
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