In seguito passò al repertorio drammatico. La sua prima prova in tal senso ebbe luogo nel 1954 al Teatro Goldoni, in occasione della Biennale di Venezia. Fece parte di compagnie di primissimo piano, come la Masiero-Lionello-Pagani, la Masiero-Volonghi e la Masiero-Foà. Interpretò anche numerosi ruoli nel cinema comico-brillante degli anni cinquanta. I suoi due più grandi successi popolari sono dovuti alla partecipazione in televisione: la conduzione di Canzonissima (1960) e il ruolo da protagonista nello sceneggiato Le avventure di Laura Storm (1965-1966), serie poliziesca rivoluzionaria per l'epoca poiché - ruolo insolito per una donna - la vedeva protagonista nei panni di una giornalista investigatrice abile nel judo.
Lauretta Masiero morì il 23 marzo 2010 a 82 anni, in una clinica romana dopo un lungo ricovero per l'aggravarsi della malattia di Alzheimer.[1] Le sue ceneri riposano al cimitero di San Michele, a Venezia, nella tomba della famiglia Masiero-Favaro.
Omaggi
Nel 1959 Giovanni Testori pubblicò Sì, ma la Masiero,[2] racconto incentrato sul fascino dell'allora famosa soubrette, «una specie di farfalla matta, capace delle cose più straordinarie, di farti rotolar dal ridere, quando tira fuori la voce all'americana, o di farti piangere, quando tira fuori il sentimento».[3]
Partecipò inoltre ad alcune versioni della rubrica televisiva pubblicitaria Carosello:[4]nel 1968 fu testimonial, insieme a Mister Okay, di burro e latte della Polenghi Lombardo; negli anni 1958, 1960 e 1961, insieme ad Alberto Lionello, Mimmo Craig, Camillo Milli e Nico Pepe, della brillantina Tricofilina; nel 1962, ancora con Alberto Lionello, nuovamente della brillantina Tricofilina; negli anni 1962, 1963, 1964 e 1965, insieme a Raffaele Pisu, del Doppio brodo Star.
Doppiatrici
Rosetta Calavetta in Vento di primavera, Lui lei e il nonno, Psicanalista per signora