Si tratta di una specie diffusa nelle fasce tropicali ed equatoriali degli oceani Indiano e Pacifico. È un migrante lessepsiano ed è penetrato nel mar Mediterraneo orientale dal mar Rosso attraverso il Canale di Suez[1]. Attualmente è frequente nelle acque di Israele, Turchia meridionale ed isole di Rodi e Creta. La sua presenza in Italia è stata registrata per la
prima volta nel 2013 nell'isola di Lampedusa; poco dopo un esemplare è stato pescato nella parte sudorientale della Sicilia[2] e successivamente altri esemplari sono stati catturati nel canale di Sicilia e nel mar Adriatico[3].
Vive in acque aperte nei pressi di fondi scogliosi, anche molto vicino alla riva ma è stato pescato fino a 250 metri di profondità (nel mar Rosso).
Descrizione
Molto simile al capolepre ma più slanciato e con pinna caudale simmetrica. Anch'esso ha la capacità di inghiottire acqua quando spaventato. Il colore è grigio o bruno con punti scuri sul dorso e bianco sul ventre. Una larga e vistosa banda argentea decorre sui fianchi. Misura fino a 40 cm. Si ciba di invertebrati bentonici.
Il pesce palla argenteo è estremamente velenoso: alcune parti di questo pesce contengono infatti una sostanza (la tetradotossina) che provoca paralisi respiratoria e problemi al sistema cardiocircolatorio: vi sono stati casi di intossicazioni mortali in Egitto e in Israele[4]. La tossina è presente nel fegato, nella pelle e negli organi riproduttivi del pesce ed è resistente alla cottura [5].
Note
^(EN) Lagocephalus sceleratus, su Atlas of Exotic Species in the Mediterranean, CIESM - Mediterranean Science Commission. URL consultato l'8 gennaio 2016.
^Tiralongo F., Tibullo D. (2014). Lagocephalus sceleratus (Gmelin, 1789), (Pisces: Tetraodontidae), reaches the Italian Ionian Sea. In: New Mediterranean Marine Biodiversity Records. Mediterranean Marine Science, 15(1): 198-212
^Tossina resistente alla cottura., su wwt-agenzia-traduzioni.it. URL consultato il 1º settembre 2015 (archiviato dall'url originale il 4 ottobre 2015).