Labia
I Labia furono una famiglia veneziana di origine catalana trapiantatasi a Venezia e ascritta al patriziato nel 1646. StoriaOriginari di Gerona, il primo membro noto della famiglia è Niccolò, il quale verso la metà del XV secolo si trasferì ad Avignone dove si dedicò al commercio di tessuti[2][3]. Con Pietro passarono a Firenze e quindi a Venezia[2]; qui sono attestati per la prima volta il 14 gennaio 1509, quando acquistarono alcuni immobili in campo San Geremia[4]. Per premiarli dei loro meriti nei confronti della Repubblica di Venezia, sotto il dogato di Andrea Gritti fu loro concessa la cittadinanza de gratia, e nel 1548 de intus e de extra[4]. Nel Seicento Venezia, provata dalla peste del 1630 e dai continui scontri con l'Impero ottomano, decise di aprire il patriziato anche a famiglie della borghesia dietro l'esborso di centomila ducati. I Labia furono i primi a cogliere l'occasione nella figura di Giovanni Francesco, che offrì ben trecentomila ducati, entrando conseguentemente nel Libro d'Oro il 29 luglio 1646[4][3]. Negli stessi anni egli acquistò vaste proprietà tra Fratta Polesine e Villamarzana, località di cui, nel 1649, fu nominato conte (titolo confermato ai successori con decreti del 1702, 1730 e 1759)[3]. La famiglia fu nota in particolare per il grande palazzo affacciato sul Canal Grande all'altezza di San Geremia, fatto costruire da Angelo Maria Labia e Paolo Antonio Labia su progetto di Andrea Cominelli[4]. In tempi più recenti si sono distinte, quali cantanti liriche, Fausta (1870 - 1935) e Maria Labia (1880 - 1953), figlie del conte Gianfrancesco, e Gianna Perea Labia (1908 - 1994), figlia di Fausta[5]. Membri illustri
Luoghi e architetture
Note
Altri progetti
|