La lunga ombra giallaLa lunga ombra gialla (The Chairman) è un film del 1969 diretto da J. Lee Thompson. TramaIl dottor John Hathaway, premio Nobel americano, si reca in Cina su invito di un suo amico scienziato. Lo scopo della visita è cercare di impadronirsi della formula di un enzima che, se utilizzato in agricoltura, sarebbe in grado di risolvere il problema della fame nel mondo. John non sa che i servizi segreti americani, a sua insaputa, gli hanno installato una micro bomba nel cervello, in grado di farlo saltare in aria se la missione non va a buon fine. Dopo che il ricercatore cinese scopritore dell'enzima viene ucciso dalle Guardie Rosse poiché contrario all'uso esclusivo che il regime maoista vorrebbe farne, l'americano in possesso della formula è costretto alla fuga. Raggiunto a stento il confine sovietico, quando ormai nella "stanza dei comandi" stanno per decidere di eliminarlo, viene salvato dai russi. ProduzioneCritica«[...] Tutto è romanzesco nel più ampio senso della parola: basti pensare che Hathaway si mantiene, via satellite, in continuo contatto con i computers londinesi del servizio segreto mercé il minuscolo apparecchio radiotrasmittente che gli è stato sistemato, con inaudita operazione, nella cavità mastoidea. Girato in Estremo Oriente, ma con una Cina tutta rifatta e con vivo senso del pittoresco, fuori dai suoi confini veri, il film mescola il falso e l'autentico; c'è sfoggio, nei comizi e cortei, di libretti rossi, di ritratti e sentenze di Mao, e c'è lui in persona che giuoca a ping-pong in una rapida apparizione, caratterizzato in modo assai somigliante dall'attore Conrad Yama. Inferiori al loro «standard» abituale sia il protagonista Gregory Peck sia il regista. Anne Heywood, sacrificata in una parte senza sviluppo, si vede ben poco.» «[...] Tutto è prospettato con serietà: è difficile in un film trovare tante fandonie esposte con maggior sussiego, come se fossero sacrosante verità. Il protagonista, radio-guidato e controllato via satellite mediante una radiolina piccola come una pastiglia di aspirina (il paragone ‵ del testo) che gli hanno sistemata nella cavità mastoidea; l'uso micidiale dell'apparecchio, ventilato a un certo momento, dato che, seppur minuscolo, esso comprende anche una carica esplosiva di favolosa potenza: bastano questi dettagli — Il secondo dovrebbe eliminare Mao — a lasciare scettici, a togliere qualsiasi attendibilità al racconto. Almeno avessero trasferito tutto quanto sul filo dell'ironia: si poteva tirar fuori una presa in giro di certi intrighi internazionali. Invece no; ogni cosa è maledettamente seria, così che, per reazione al fastidio dovuto a tanta serietà, si ridacchia nei momenti più inattesi.» Note
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