Frigide Barjot, Béatrice Bourges, Ludovine de La Rochère
Scopo
opposizione alla legge sui matrimoni omosessuali e sull'adozione da parte di coppie omosessuali, alla procreazione medicalmente assistita e alla maternità surrogata
L'origine di La Manif pour tous risale al 5 settembre 2012, quando una cinquantina di referenti di 37 diverse associazioni si riunirono a Parigi con filosofi, psichiatri e alti funzionari per definire una strategia per opporsi al progetto di legge volto a riconoscere il matrimonio tra persone dello stesso sesso e l'adozione di minori da parte di famiglie non eterosessuali. Molte di queste associazioni erano di impostazione cristiana, spesso in modo piuttosto radicale.[7]
Il 13 gennaio 2013, l'associazione organizza, nella capitale francese, una protesta contro la proposta di legge, voluta dal governo Ayrault, sulla regolamentazione dei matrimoni tra persone dello stesso sesso. A tale manifestazione hanno partecipato secondo gli organizzatori circa un milione di persone. Le stime delle forze dell'ordine, che in un primo tempo erano tra i 150000 ai 300000 sostenitori[8], si sono in seguito attestate sui 340000 partecipanti.[9]
La Manif pour tous viene da molti considerata un'associazione omofoba per le sue battaglie contro le unioni tra persone dello stesso sesso e l'adozione da parte di famiglie diverse da quelle eterosessuali.[10][11][12]
Nel 2018 la Corte di Cassazione francese ha stabilito che il gruppo può essere definito omofobo senza che ciò possa costituire reato e lo ha condannato a versare 1500 euro di risarcimento all'associazione Act Up per le spese processuali.[13][14]
Nel resto d'Europa
Nel luglio 2013 è stata fondata in Croazia un'associazione ispirata a La Manif pour tous, il cui è obiettivo è includere nella costituzione croata la definizione del matrimonio come tra un uomo e una donna.[15][16] L'associazione ha ottenuto l'istituzione di un referendum costituzionale tenutosi nel dicembre 2013 approvato con dal 66,28% dei voti, che ha introdotto una disposizione secondo la quale «il matrimonio è l'unità vivente di una donna e di un uomo».[17]
In Italia, nel luglio 2013, viene fondata una sezione italiana,[18][19] Manif pour tous Italia, che poi diventa, nel 2015, Generazione Famiglia. Il gruppo organizza nello stesso anno e in quello successivo due Family Day per protestare contro la legalizzazione delle unioni civili in Italia, fallendo però nel suo intento.[20] L'associazione si è espressa anche contro una legge sull'omofobia, considerata un limite alla libertà di espressione e contro la quale il gruppo ha indetto una manifestazione tenutasi a Roma l'11 gennaio 2014, che secondo gli organizzatori ha visto la partecipazione di 4000 persone.[21][18][22] La fondazione, attraverso una petizione online del 2014, che ha raccolto 17000 firme,[23][24] si è espressa contro la risoluzione europea Lunacek sulla discriminazione legata all'orientamento sessuale e all'identità di genere che avrebbe, secondo loro, esercitato «influenza politica sull'Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) affinché l'omosessualità sia rimossa dalla lista dei disordini mentali e comportamentali» e rappresentato «un sorprendente tentativo di interferenza sulla libertà della scienza e della ricerca scientifica da parte di istituzioni politiche».[25] Il 24 gennaio 2014, il movimento manifesta contro la visita del presidente francese François Hollande, definito «promotore di politiche contro la famiglia naturale», a Papa Francesco, esponendo una bandiera di 600 metri quadrati a Piazza del Popolo.[26] Il gruppo si è schierato politicamente per il centrodestra sostenendo partiti come Forza Italia, Lega Nord, Fratelli d'Italia e CasaPound.[27]
A partire da febbraio 2014, La Manif pour tous avvia iniziative in favore di una maggiore internazionalizzazione del movimento, incoraggiando manifestazioni il 2 febbraio non solo a Parigi e Lione, ma anche a Roma, Madrid, Varsavia, Lussemburgo, Bruxelles e Bucarest.[28][29][30]
Il 20 giugno 2015, La Manif pour tous partecipa al Family Day a Roma, che riunisce centinaia di migliaia di manifestanti, un milione secondo gli organizzatori, stimati invece a 400000 dalla questura.[31][32][33] L'iniziativa, costruita su una base cattolica, ha ottenuto l'appoggio dei locali rappresentanti della comunità ebraica e di quella musulmana.[34][35]
Un'associazione legata a La Manif pour tous è attiva in Finlandia, sotto il nome di Aito avioliitto.[36] Nel luglio 2015, l'associazione è riuscita a raccogliere le 50000 firme necessarie per rivedere la legge sul matrimonio tra persone dello stesso sesso, approvata nell'autunno 2014 dal Parlamento finlandese. Tuttavia, la petizione è stata respinta il 17 febbraio 2017 dal parlamento con 120 voti contro 48.[37]
Altro movimento ispirato a La Manif pour tous è presente in Germania, sotto il nome di Demo für Alle. Il gruppo ha tenuto sette manifestazioni a partire da febbraio 2014.[36] Il 21 giugno 2015, il movimento riunì 4000 manifestanti a Stoccarda per manifestare contro il matrimonio omosessuale.[38]
Il movimento ha esercitato una certa influenza anche in Russia, dove Russia Unita, il partito del presidente Vladimir Putin, ha adottato la bandiera.[39]
Controversie
Aggressioni agli omosessuali
Nonostante l'organizzazione si dichiari essere un movimento non violento di protesta al matrimonio egualitario, durante le manifestazione del gruppo non sono mancate molteplici aggressioni e le violenze ai danni di omosessuali che hanno portato i poliziotti ad arrestare decine di persone[40][41]. Secondo il rapporto annuale del 2013 dell’associazione SOS Homophobie in Francia, subito dopo la fondazione del movimento, gli atti omofobi sono aumentati del 78%. Il numero di atti omotransfobici sono aumentati esponenzialmente nel 2013 raggiungendo i 3517 casi. Su internet i messaggi omofobi sono «triplicati»: dai 656 del 2012 ai 1723 del 2013.[42]
Il gruppo ha più volte orchestrato dei mailbombing (eventi in cui un vasto numero di persone o dei bot inviano email a dei rappresentanti pubblici per influenzarli) con lo scopo di suggestionare delle decisioni politiche autonome contrarie alle istanze portate avanti dal gruppo.[43][44]
L’organizzazione è convinta che l'omosessualità sia una caratteristica acquisibile per una persona e che le terapie riparative siano un valido mezzo per cambiare una «sessualità deviata», rifacendosi, in particolare, alle teorie di Joseph Nicolosi.[45][46]
La Manif pour tous, La Manif pour tous #saison 1 : Un an dans la rue : 500 images d'une année à battre le pavé pour le mariage, la famille et la filiation, MPE Éditions, 2013, ISBN979-10-93312-00-2.