La figura femminile rappresentata in questo dipinto è una ragazza di Saragozza. Indossa una veste marrone molto usata, uno scialle di tela bianca incrociato sul petto e ha alla vita una larga sciarpa di panno giallo, morbidamente annodata su un fianco. Dall'orlo sfrangiato della sua rustica gonna sporge il bordo di una sottoveste bianca; i capelli suoi ricci, un po' scomposti dalla brezza, sono raccolti sulla nuca, in uno chignon vistoso, fermato da un cordoncino. La ragazza poggia sull'anca destra una giara di terraglia e la sostiene con la mano destra, mentre con la sinistra porta un canestro di vimini con dentro bicchieri di stagno o di peltro, pronti per distribuire l'acqua.
Fiera e bella, in piedi e in piena luce, col corpo lievemente arcuato per sostenere il peso dell'orciolo, con il passo sicuro e a gambe lievemente divaricate, guarda in faccia il pittore, combattiva, energica, fiera del suo lavoro e della sua giovinezza. Sullo sfondo si intravede un paesaggio neutro, dipinto nelle tonalità dei grigi. Le ombre sono quelle caratteristiche dell'ora che precede il tramonto. L'acquaiola è un vero ritratto, ripreso dal vero e nella sua immediatezza, che sfugge tuttavia ai canoni accademici ed ufficiali, poiché rappresenta una semplice e giovane contadina e non un personaggio.
Il dipinto ha un suo pendent, di uguale formato e realizzato in identico stile, che rappresenta L'arrotino (El afilador) ed è conservato nello stesso museo: entrambi i dipinti sono contemporanei alle celebri tele di Goya Horrores de la guerra. Nell'inventario, redatto nel 1812 per la divisione dei beni fra Francisco Goya e suo figlio Javier, all'indomani della morte di Josefa Goya, rispettivamente loro moglie e madre, L'arrotino e L'acquaiola sono distinti al numero 13, con un valore di trecento reali e la dicitura: Una aguadora y su companero. Di questi due dipinti esistono varie copie e varianti, ma non altrettanto certo ne è l'autografo di Goya.[2]
In quel periodo Francisco Goya subiva l'influenza del realismo romantico, che proveniva dalla Francia, attraverso le opere di Eugène Delacroix e di Théodore Géricault. Il dipinto L'acquaiola, legato al mondo del lavoro contadino e, in particolare, alla condizione del lavoro femminile, precede di deceni le opere di Gustave Courbet e di Jean-François Millet.
^Mena Marqués, pp. 256, 258, cat. 67 e p. 2567, n. 67.
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