L'étoile de mer
L'étoile de mer è un film d'avanguardia di Man Ray del 1928. Il titolo allude a una stella marina che ogni tanto si vede in sovrimpressione e che compare in una scena centrale. La stella rappresenta probabilmente l'idea di una bellezza ideale, geometrica, "di vetro", che viene paragonata alla perfezione della donna. CaratteristicheCon questo film Man Ray cercò di creare un cinema di puro lirismo, come poesia composta da immagini anziché da parole. Le didascalie contengono spesso giochi di parole, in pieno stile dadaista. La storia è vista in tutti i momenti fondamentali attraverso un vetro smerigliato (solo alcuni dettagli sono mostrati al naturale), che permette di capire a grandi linee l'azione, ma non fa mai vedere con chiarezza allo spettatore cosa accade (anche perché alcune scene sono molto provocanti e prevedono il nudo della protagonista), frustrando il suo desiderio di conoscenza. Dietro questo espediente si nasconde l'idea del regista di portare a riflettere come la conoscenza del mondo sia al di là delle nostre possibilità. TramaIl film inizia con una coppia che cammina sola in una strada. L'inquadratura è interrotta da una didascalia:
La breve scena successiva mostra la donna che si aggiusta le calze
A questo punto la coppia si ritira in una camera in una casa e la donna si spoglia e si sdraia; a quel punto l'uomo le dà il suo commiato (un gioco di parole tipico della lingua francese):
L'uomo esce dalla casa
Il film inquadra poi la donna che vende giornali in strada: si tratta di André de la Rivière in abiti femminili.
Un uomo viene mostrato mentre compra una stella marina in un vasetto e torna a casa per esaminarla più attentamente (la scena è filmata in chiaro, senza il vetro interposto).
Primissimo piano della stella marina. Tornando all'inquadratura sfocata, la telecamera segue il giornale portato dal vento mentre un uomo cerca di raccoglierlo; lo raccoglie e lo apre. Appaiono brevemente scene di un viaggio in treno, barche che attraccano a un porto e un panorama di città nebbiosa.
Segue un montaggio di vari oggetti rotanti, compresa la stella marina nel barattolo. Sono inquadrate alcune nature morte, la donna, poi di nuovo la stella marina.
L'uomo mostra i palmi delle mani con le linee ripassate di nero.
Si ritrova l'uomo mentre sale le scale verso la camera nella casa, lasciando la stella marina ai piedi delle scale. La successiva inquadratura mostra la donna che brandisce un lungo coltello, con la stella marina in sovrimpressione.
L'inquadratura, dopo alcune riprese di dettagli in esterno, torna sulla donna nella stanza da letto.
Infine il film torna sulla strada isolata iniziale e rivela il triangolo amoroso dei protagonisti. Primo piano dell'uomo abbandonato.
La donna guarda verso il vetro opaco dove sta scritta la parola "belle", e questo si infrange. Stella di mare al Museo Nazionale della MarinaCahiers du cinéma, recensendo in due pagine la mostra sul mare in rapporto al cinema, Objectif mer: l'océan filmé, dedicata alla memoria di Jacques Perrin, al Museo Nazionale della Marina,[1] evidenzia come, a priori, la mostra prenda poco in esame la poesia dei surrealisti in spiaggia e che la stella di mare offerta da Robert Desnos a Man Ray, che a sua volta ha fatto del poema dell'amico un cortometraggio indimenticabile nel 1928, appare solitaria nel suo vaso.[2] Note
Bibliografia
Voci correlateCollegamenti esterni
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