Nei pressi di Kolomenskoe si trova il luogo dove, secondo la tradizione, San Giorgio, patrono di Mosca, uccise il drago; nel luogo sorge un omonimo monastero.
Dall'altra parte delle rovine di Kolomenskoe si può notare la chiesa di San Giovanni Battista, databile al 1547. Attualmente l'origine della chiesa è avvolta nel mistero. Secondo alcuni i maestri che l'hanno eretta erano italiani, secondo altri fu Postnik Jakovlev, probabile autore anche della cattedrale di San Basilio presente sulla piazza Rossa. Qualunque sia la verità, è chiaro che la chiesa rappresenta un passo fondamentale tra la chiesa dell'Ascensione e la famosa cattedrale della piazza Rossa.
Lo ZarAlessio I fece demolire tutti gli edifici in legno di Kolomenskoe, e li fece rimpiazzare da un enorme palazzo in legno strutturale, noto per i propri fantasiosi tetti. Gli stranieri parlano di questo labirinto di corridoi, di 250 stanze, costruite senza l'uso di seghe, chiodi o ganci, come dell'ottava meraviglia del mondo. La futura imperatrice Elisabetta nacque in questo palazzo nel 1709. Dopo il trasferimento della corte a San Pietroburgo, il palazzo cadde in rovina, tanto che Caterina II si rifiutò di nominarlo sua residenza a Mosca. Per suo ordine il palazzo venne demolito nel 1768. Per fortuna un modello in legno del palazzo è sopravvissuto, e il governo moscovita sta considerando il progetto della sua ricostruzione nelle dimensioni originali.
Restano pochi ruderi del palazzo tra cui la chiesa Kazanskaja a cinque cupole (1662), di fattura piuttosto convenzionale, e le porte in pietra e legno. Durante gli anni dell'Unione Sovietica i vecchi edifici in legno vennero spostati a Kolomenskoe dalle estreme zone settentrionali (la chiesa barbicana del monastero di Nikolo-Korelskij), dalla Siberia (la torre Stockade di Bratsk), e da altre zone (mulini, una pietra Boris, ecc). Alcune di queste strutture sono databili al XVII secolo.