Il suo vero nome di nascita fu Loeb Baruch, figlio di Jakob Baruch, appartenente ad una ricca famiglia di banchieriebraici.[1]
Ricevette la sua prima formazione culturale a Gießen, ma viste le difficoltà di ottenere incarichi pubblici a causa della sua origine ebraica, Baruch venne inviato a Berlino per studiare medicina sotto la guida del dottor Markus Herz.[1]
Baruch restò affascinato dalla moglie del suo maestro, Henriette Herz (1764-1847), con la quale ebbe una serie di scambi epistolari. Dopo aver effettuato alcuni soggiorni ad Halle ed Heidelberg dove frequentò corsi di legge e scienze politiche, nel 1811 ottenne la laurea in scienze camerali.[1] Ritornato a Francoforte, nel 1811 venne invitato ad assumere l'incarico di attuario di polizia. Quattro anni dopo, però, a causa della soppressione della parità dei diritti concessa provvisoriamente agli ebrei, fu costretto a lasciare il posto.[2]
Grazie al sostegno di Jeanette Wohl, sua futura moglie, si dedicò al giornalismo fondando i giornali politici di area liberale, Staatsristretto e Die Zeitschwingen.
Dal 1818 al 1821 pubblicò la rivista politica Die Wage ("La bilancia"), che si distinse sia per la qualità dei suoi articoli politici sia per il tono sarcastico e le critiche teatrali. Le autorità soppressero la diffusione del giornale nel 1821 e Börne decise di soggiornare a Parigi, dove preparò la sua raccolta Schilderungen aus Paris ("Quadri parigini") che pubblicata a Francoforte riscosse un buon successo.[2]
Dopo lo scoppio della Rivoluzione di luglio nel 1830 e la sua partecipazione al Festival di Hambach, ritornò a Parigi con la speranza di toccare con mano la realizzazione dei nuovi ideali di libertà. Il frutto dei suoi pensieri e delle sue emozioni fu la raccolta di lettere satiriche Briefe aus Paris (1834), dedicate inizialmente alla Wohl e contenente ritratti vivaci del periodo monarchico parigino del periodo e una serie di articoli sulla situazione politica tedesca. Questi Briefe, accolti con entusiasmo dalla critica marxista e definiti come esempi di pubblicistica politica, non furono trascurati nemmeno dai manuali di storia letteraria.[2]
Negli ultimi anni di vita Börne entrò in polemica con Heine, cui rimproverava l'irriverenza nei riguardi della religione.[2]
Tra le sue opere più significative si ricordano: Denkrede auf Jean Paul (1826), dedicata ad uno dei suoi scrittori preferiti; Dramaturgische Blätter (1829-1834); Menzel der Franzosenfresser (1837). Scrisse, inoltre, un buon numero di brevi storie e sketches, delle quali la più nota è la Monographie der deutschen Postschnecke (1829).
Opere principali
Gesammelte Schriften. 8 vol., Amburgo 1829–1834;
Briefe aus Paris. 1830–1831., 2 vol., Amburgo, 1832;
Briefe aus Paris. 1831–1832., 2 vol., 1833;
Briefe aus Paris. 1832–1833., 2 vol., Parigi, 1834;
Menzel der Franzosenfresser., Parigi, 1837;
Ludwig Börne’s Urtheil über H. Heine. Ungedruckte Stellen aus den Pariser Briefen., Francoforte sul Meno, 1840;