Nel 1999 Draganović fonda a Weimar il "Kulturbüro LaRete", un collettivo di donne manager culturali freelance.[2] Dal 1999 al 2003 cura annualmente una duplice mostra nel vicino Castello di Ettersburg.[3]
A Weimar lavora come presidente e membro del consiglio di amministrazione della Deutsch-Italienische Gesellschaft Thüringen (DIGIT e.V.)[4] In qualità di consulente per gli affari europei presso il Ministero di Giustizia ed Affari Europei della Turingia, è responsabile per la presentazione a Bruxelles di Weimar Capitale europea della cultura 1999. Per la Bauhaus-Universität Weimar ha ideato e organizzato gli eventi culturali della “Bauhaus Summer School“. Dal 1999 al 2003 dirige anche il programma internazionale di borse di studio della “ACC Galerie Weimar“.[1]
Dal 2005 al 2006 Julia Draganović è direttrice artistica del Chelsea Art Museum di New York.[3] Dal 2009 al 2014 lavora come curatrice per l'Art Miami.[5]
A Modena nel 2004 fonda assieme alla curatrice Claudia Löffelholz un collettivo di curatori d'arte, network culturale nonché seguito del progetto culturale "LaRete Art Projects", l'ufficio culturale istituito congiuntamente a Weimar.[6][7] Dal 2009 al 2013 sviluppa e cura l'International Award for Participatory Art di Bologna.[1]
Dal 2007 al 2009 lavora come direttore artistico del PAN Palazzo delle Arti di Napoli .[8] Negli anni dal 2010 al 2012 cura a Bologna nell'ambito di "Arte Fiera" "Art First", dedicato ai progetti realizzati nello spazio pubblico urbano.[5]
Dal 2009 al 2015 è membro del Comitato scientifico del MUDAM (Musée d'Art Moderne du Grand-Duc Jean) di Lussemburgo. A partire dal 2009 è membro del consiglio di amministrazione dell'organizzazione no profit newyorkese "No Longer Empty". Dal 2014 Julia Draganović presiede [10] la IKT International Association of Curators of Contemporary Art, fondata nel 1973 fra l’altro da Harald Szeemann[1][9].
Dal 2013 al 2019, Julia Draganović dirige la Kunsthalle Osnabrück, ponendo un chiaro accento sulle performance. [11] Conclude quest'ultimo impegno per assumere la direzione dell’Accademia Tedesca Roma Villa Massimo. [1] L'impegno di Julia Draganović mira a fare di Villa Massimo un punto di riferimento per le comunità temporanee aperte, all' interno delle quali la nazionalità non ricopre alcun ruolo. Per il Premio Roma[10] di Villa Massimo possono candidarsi artisti non necessariamente in possesso di un passaporto tedesco, ma che vivano in Germania e che nel loro campo artisticoabbiano già ottenuto riconoscimenti.[11]
Andrea Dittrich e Julia Draganović: Über Menschen. Zur Zukunft des Humanen. 2 Bände, Glaux Verlag Christine Jäger KG, Jena 2003, ISBN 978-3-93174-361-1
Julia Draganović e Antonella Tricoli (ed.): Fai da te.Die Welt des Künstlers, 8 Varianten. Nuovagrafica, Carpi 2006
Julia Draganović e Tseng Fangling (ed.): Tracce nel Futuro/Footprints into the future. Testi di Julia Draganovic, Tseng Fangling and Nicola Oddati. Electa, Napoli 2007
Julia Draganović: L’Impresa dell’arte/The Enterprise of Art. Electa, Napoli, 2008, ISBN 88-510-0530-3
Andrea Dietrich, Julia Draganovic and Claudia Löffelholz (ed): La Bauhaus si muove!/Das Bauhaus bewegt sich! Testi di Andrea Dietrich e Julia Draganović, Nuovagrafica, Carpi 2008
Julia Draganović, Claudia Löffelholz (Hg.): Viaggio Leggero. niente da perdere/Traveling light. Nothing to lose. Nuovagrafica, Carpi 2008
Wulf Herzogenrath, Julia Draganović: Yves Netzhammer. Hatje Cantz, Berlino 2009, ISBN 978-3-77572-318-3
Stefano Cagol, Julia Draganović: Undergo alarms. Studio d’Arte Raffaelli, Trento 2010, ISBN 978-8-89028-795-4
Julia Draganović: Andrea Mastrovito. Easy Come, Easy Go. Silvana Editoriale, Milano 2011, ISBN 9788836620333
Julia Draganović e altri: The Eye of the Collector. Video works from the Collection Manuel de Santaren. Palladino Editore, Campobasso, 2012
Julia Draganović, Anna Szynwelska (ed.): This Troublesome, Uncomfortable and Questionable Relevance of Art in Public Space. Testi di Chantal Mouffe, Mika Hannula, Maria Papadimitriou, Jadwiga Charzyńska, Julia Draganović e altri. Laznia Centre for Contemporary Art, Danzica 2013, ISBN 978-83-61646-56-3[27]
Kunsthaus Centre d’art Pasquart Biel/Bienne (ed.), Julia Draganović, Claudia Löffelholz (ed. ed autrici ): IRWIN. How to Read a Map. Verlag für moderne Kunst, Vienna 2017, ISBN 978-3-90322-800-9
Sabine Maria Schmidt, Julia Draganović, Christoph Faulhaber (ed.), Inke Arns, Julia Draganović, Christoph Faulhaber e altri: Christoph Faulhaber: A Golden Age. Hatje Cantz, Berlino 2019, ISBN 978-3-77574-512-3
Opere
Julia Draganović: Figürliche Schrift: zur darstellerischen Umsetzung von Weltanschauung in Ernst Jüngers erzählerischem Werk, tesi di dottorato, Königshausen e Neumann, Raccolta letteratura, Würzburg 1998, ISBN 978-3-8260-1296-9.
^Copia archiviata (PDF), su digit-online.de. URL consultato il 9 giugno 2020 (archiviato dall'url originale il 6 settembre 2019).
^ab(DE) Dr. Julia Draganović, in www.villa-massimo.org. URL consultato il 9 settembre 2019.
^(DE) mission, in larete-artprojects.net. URL consultato il 6 settembre 2019.
^(DE) IRWIN – Wo denkst du hin (PDF), in kunsthalle.osnabrueck.de. URL consultato il 9 settembre 2019 (archiviato dall'url originale il 13 ottobre 2015).
^(DE) Hautnah, in acc-weimar.de. URL consultato il 9 settembre 2019 (archiviato dall'url originale il 5 giugno 2020).
^(DE) Herzblut – Schriftbild, in acc-weimar.de. URL consultato il 9 settembre 2019 (archiviato dall'url originale il 5 giugno 2020).
^(DE) Das Maß der Dinge, in acc-weimar.de. URL consultato il 9 settembre 2019 (archiviato dall'url originale il 5 giugno 2020).
^(DE) Übermenschen, in acc-weimar.de. URL consultato il 9 settembre 2019 (archiviato dall'url originale il 5 giugno 2020).
^(DE) Herkunft Niemandsland, in acc-weimar.de. URL consultato il 9 settembre 2019 (archiviato dall'url originale il 5 giugno 2020).
^ Barbara Browning, Tongue and Groove: Movable Sculpture (Courtney Smith at the Chelsea art Museum), collana Women & performance: a journal of feminist theory, vol. 16/3, Taylor & Francis Group, novembre 2006, p. 433–441.