Tutti questi testi, con particolare evidenza per il primo, incentrato su un eroe rivoluzionario[5] e sui briganti pieni di virtù, scandalizzarono per i loro contenuti irrispettosi nei riguardi dell'ordine stabilito e gettarono le basi per il genere melodramma in Francia,[1] che con Pixerécourt si diffuse ed ebbe grande successo nelle scene parigine, durante la Rivoluzione francese e il Primo Impero.[1]
Il monologo di Robert, all'inizio del secondo atto, assume un nuovo significato politico, peculiare di questo nuovo contesto, quando il ladro dice: « Sono nato per essere felice e porto il terrore nella società ».[6]Robert chef des brigands risultò la pièce più rappresentata sulle scene parigine fino al 1850.[7]
La Martelière ottenne un grande successo anche con le sue opere originali nel genere del melodramma, come Le tribunal redoutable ou la suite de Robert (1793).[2]
Inoltre scrisse altri drammi, fra i quali si annoverano: Le testament (1798), Gustave en Dalécarlie (1803), Les Francs-juges (1807), Pierre et Paul (1814), e alcuni romanzi di tematica storica, tra i quali Alfred et Liska, ou le hussard parvenu.[2]
Gli ambienti preferiti da La Martelière, nei suoi drammi, furono foreste e castelli, mulini solitari e taverne isolate,[1] mentre le sue tematiche principali furono le ingiustizie, il male, la corruzione presente nelle società umane,[7] infine il suo pensiero intermedio "fra due culture, fra due secoli, fra due drammaturgie", lo porta ad auspicare, tramite la retorica di Robert, "l'internazionalizzazione della Rivoluzione":[7] « Non limitiamoci attraverso le nostre azioni a punire gli oppressori della nostra patria. ... Risvegliamo i nostri compatrioti; che essi si uniscano a noi, e la Germania diverrà uno Stato libero, al cospetto del quale sia Roma che Sparta non saranno altro che conventi di monache ».[7][8]
Note
^abcdefle muse, VI, Novara, De Agostini, 1964, p. 334.
^abJean-Henri-Ferdinand La Martelière, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 6 ottobre 2018.
^(FR) François Labbé, Jean-Henri-Ferdinand Lamartelière (1761-1830): l'introducteur de Schiller en France, l'annonciateur du mélodrame, l'auteur révolutionnaire, in Studies on Voltaire, n. 284, 1991, p. 285.
Bibliografia
(DE) Heinrich Doberenz, La Martelière und seine Bearbeitung Schiller'schen Dramen auf dem Theater der französischen Revolution, Löbau, T. Kessner, 1883.
(FR) Edmond Eggli, Schiller et le romantisme française, Parigi, Librairie Universitaire, 1927.
(FR) François Labbé, Jean-Henri-Ferdinand Lamartelière, 1761-1830 : un dramaturge sous la Révolution, l'Empire et la Restauration ou l'élaboration d'une référence schillérienne en France, Parigi, P. Lang, 1990.
(FR) François Labbé, Jean-Henri Ferdinand Lamartelière (1761-1830). Un dramaturge entre deux cultures et deux époques, in Recherches germaniques, n. 30, Strasburgo, Université Strasbourg II, 2000, pp. 145-157.
(FR) René Muller, Jean Henri Ferdinand Schwingdenhammer, in Nouveau dictionnaire de biographie alsacienne, XXXIV, Fédération des sociétés d'histoire et d'archéologie d'Alsace, 2003, p. 3599.
(FR) François Labbé, Jean-Henri-Ferdinand Lamartelière (1761-1830): l'introducteur de Schiller en France, l'annonciateur du mélodrame, l'auteur révolutionnaire, in Studies on Voltaire, n. 284, 1991, pp. 259-289.