Ivan Maksimovič NikitinIvan Maksimovič Nikitin, oppure Ivan Nikitič Nikitin (1688 circa – dopo 1742), è stato un pittore russo, uno degli iniziatori della pittura realistica in Russia[1][2][3]. BiografiaNikitin si avvicinò all'arte sotto la guida dell'incisore A. Schonebek,[4] e insegnò aritmetica e disegno alla scuola d'artiglieria di Mosca.[5] Dopo di che Pietro il Grande lo inviò, dal 1716 al 1718, in Italia per un soggiorno di studio, dove frequentò gli ambienti artistici di Venezia e di Firenze.[1] Rientrato in patria, Nikitin assunse la carica di pittore di corte a San Pietroburgo,[4][6] e si mise in evidenza nella ritrattistica, perché fu uno tra gli iniziatori del ritratto realistico,[4] allontanandosi dal tradizionale stile caratterizzato dalla tecnica delle icone,[4] la cosiddetta parsuna (traduzione del latino persōna), che contraddistinse i primi ritratti del XVI e del XVII secolo.[5] Già agli esordi nella ritrattistica (Cosacco, 1715) evidenziò una volitiva personalità e un rapporto non mediato con il soggetto, precisione di segno e semplicità.[5] Nella sua seconda fase creativa, più matura e prolifica, Nikitin dipinse numerosi ritratti di Pietro il Grande, che ben esprimevano l'energica fisionomia dello zar,[5] quali Pietro il Grande (1721), Pietro il Grande sul letto di morte (1725),[1] pregevole per la qualità della pennellata e per la tensione presente nell'opera.[5] Da ricordare anche i ritratti Hetman (1720, San Pietroburgo, Museo russo), caratterizzato da colori bruno-dorati con macchie luminose che si coniugano con chiaroscuri finemente trattati, e Caterina I di Russia (1717-1721-1723).[5] Nikitin, inoltre, si dedicò alla pittura di argomento storico, come La battaglia di Kulikovo (1727, San Pietroburgo, Museo russo)[1] e La battaglia di Poltava (1727, Ermitage di Peterhof).[5] Nel 1732, Nikitin fu arrestato assieme al fratello, ed esiliato a Tobol'sk;[5] nel 1740 Anna I di Russia firmò un'amnistia, che entrò in vigore l'anno seguente. Nikitin morì mentre stava ritornando a San Pietroburgo, intorno al 1742.[5] Anche il fratello Roman (1689-1754) si dimostrò un importante ritrattista e pittore di corte.[4] Opere
Note
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