Il nome bielorusso, ucraino, russo della festività è composto da Ivan, forma slava del nome "Giovanni", e Kupala, il termine slavo collegato al lavarsi in acqua, che è concettualmente affine. Quest'ultima parola è stata collegata all'atto del battesimo per immersione in acqua, da cui deriva il titolo biblico di "Battista" attribuito a Giovanni, sebbene in realtà la tradizione di "Kupala" sia antecedente a quella cristiana, essendo correlata ad una divinità slava pre-cristiana, ed era collegata al nodfyr, un rituale di purificazione tramite il fuoco rigeneratore.
Poiché la celebrazione pagana continuava ad essere popolare anche dopo l'introduzione del Cristianesimo, essa fu semplicemente accettata e ristabilita come tradizione cristiana connessa al folklore locale. In rare occasioni è nominata al femminile come Ivanna Kupala.
La festività è ancora entusiasticamente celebrata dai giovani dell'Europa dell'Est. La notte precedente la festività (Notte di Tvorila) è considerata la notte degli scherzi di buonumore (che a volte dà luogo a problemi con le forze dell'ordine). Nello stesso giorno di Ivan Kupala, i ragazzi fanno scherzi con l'acqua e gettano l'acqua addosso alla gente per strada.