Isidoro di Mileto

Statua moderna di Isidoro sull'edificio del Kunsthistorisches Museum di Vienna

Isidoro di Mileto il Vecchio (Mileto, 442537) è stato un architetto bizantino, noto per aver progettato, con Antemio di Tralle, la Basilica di Hagia Sophia a Costantinopoli.

Biografia

Hagia Sophia

Nel 532 la Basilica preesistente, costruita da Teodosio II, fu distrutta durante la rivolta di Nika.

L'imperatore Giustiniano I decise di ricostruirla, dopo aver sedato la rivolta, affidandone la progettazione a Isidoro e a Antemio di Tralle (474- prima del 558). Essi realizzarono la più grande chiesa della cristianità mai costruita fino ad allora, sormontata da una grande cupola in laterizi, del diametro di 32 m e posta e 55 m di altezza e poggiante su una base quadrata grazie alla soluzione innovativa dei pennacchi, utilizzati ancora oggi. Isidoro morì prima che la basilica fosse completata.

In precedenza aveva insegnato fisica ad Alessandria d'Egitto e poi a Costantinopoli, e aveva scritto un commentario su libri sulle costruzioni. Aveva anche raccolto e pubblicato gli scritti di Eutocio di Ascalona, che erano commentari sulla matematica di Archimede e Apollonio, contribuendo così a ravvivare l'interesse per le loro opere. Grazie al suo lavoro importanti scritti sono stati conservati e trasmessi alle generazioni future. Fu anche un abile matematico, al quale si devono la squadra a T, usata nel disegno tecnico, il metodo di costruzione della parabola con una corda e forse anche il libro XV apocrifo degli Elementi di Euclide.[1]

Si sa anche che aiutò Giustiniano nella ricostruzione delle fortificazioni a Dara, in Mesopotamia.

Secondo Procopio e Agazia era parente dell'omonimo ingegnere Isidoro di Mileto il Giovane.

Note


Bibliografia

Collegamenti esterni

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  1. ^ Boyer (1991), Revival and Decline of Greek Mathematics, p. 193: «His colleague and successor in the building of St. Sophia, Isidore of Miletus (fl. 520), also was a mathematician of some ability. It was Isidore who made known the commentaries of Eutocius and spurred a revival of interest in the works of Archimedes and Apollonius. To him perhaps we owe the familiar T-square and string construction of the parabola - and possibly also the apocryphal Book XV of Euclid's Elements.».