Il seme del fico sacro
Il seme del fico sacro (in persiano دانهی انجیر معابد, Dāne-ye anjīr-e ma'ābed, lett. "Il seme del fico dei templi") è un film del 2024 diretto da Mohammad Rasoulof. TramaIman ha appena ottenuto l'ambita promozione a giudice istruttore presso il Tribunale rivoluzionario di Teheran quando un'ondata di proteste popolari inizia a scuotere il Paese. A casa, le sue due figlie Rezvan e Sana, studentesse, sono forti sostenitrici delle proteste, mentre la moglie Najmeh cerca di conciliare gli schieramenti. Quando la sua arma di servizio scompare misteriosamente, la paranoia s'impadronisce di Iman, che comincia a imporre restrizioni sempre più drastiche agli abitanti della casa. Produzione«Per anni mi sono chiesto: "Chi è che fa funzionare il sistema giudiziario [iraniano]?" [...] Che tipo di persone sono? Cosa pensano? Quali sono le loro motivazioni? Per che cosa vivono esattamente? Poi venendo io stesso interrogato, finendo più volte in tribunale e poi in prigione, ho avuto l'opportunità di osservare questa gente da vicino e provare a trovare una risposta alla mia domanda. Questo film parla delle risposte che ho trovato e del tipo di persone che ho potuto osservare.» Il film è stato girato clandestinamente, principalmente in interni, per aggirare la censura.[1] Alcune scene in esterna sono state girate fuori Teheran, mentre per le riprese cittadine, Rasoulof si è servito di materiale d'archivio già esistente girato per dei documentari.[1] Nel gennaio del 2024, a due terzi delle riprese, Rasoulof è venuto a conoscenza che era stata emessa una sentenza di otto anni di carcere per un caso precedente.[2] I suoi legali si sono appellati ed è riuscito a finire di girare il film.[2] Alcuni mesi dopo, durante la post produzione, un tribunale ha riconfermato la condanna e Rasoulof è riuscito a trasferire il film all'estero dal suo montatore due ore prima che la sentenza diventasse esecutiva.[2] DistribuzioneIl film ha avuto la sua anteprima al 77º Festival di Cannes il 24 maggio 2024.[1] Il 1º maggio, in seguito all'annuncio della sua futura inclusione a Cannes, Rasoulof, che in passato aveva già subito condanne e ripercussioni da parte del governo iraniano per i suoi film e documentari, è stato interrogato dalle autorità del Paese e gli è stato revocato il passaporto, così come agli attori e ai membri della troupe.[3][4] L'8 maggio, il suo legale ha annunciato che Rasoulof era stato condannato per un caso precedente a otto anni di carcere e ad essere sottoposto alla fustigazione, al pagamento di una multa e alla confisca dei suoi beni, con l'accusa di "compromettere la sicurezza del Paese" attraverso le proprie azioni.[5] Pochi giorni dopo, Rasoulof ha lasciato clandestinamente l'Iran,[6][7] riuscendo quindi a presenziare a Cannes il 24 maggio.[2] Anche alcuni tecnici e le attrici Mahsa Rostami, Setareh Maleki e Niusha Akhshi hanno lasciato il Paese, avendo recitato a capo scoperto nel film, mentre Soheila Golestani è stata arrestata.[1] Le loro famiglie e i membri della troupe rimasti in Iran sono stati sottoposti a minacce e pressioni.[1][2] Il film sarà distribuito nelle sale cinematografiche italiane da BiM Distribuzione e Lucky Red a partire dal 20 febbraio 2025.[2][8][9] AccoglienzaCriticaAldo Spiniello di Sentieri Selvaggi dà al film 3,3 stelle su 5 e scrive che "l’impressione è che l’afflato di Rasoulof abbia perso un po’ di mordente. Soprattutto rispetto a Il male non esiste, dove la percezione dell’abisso che si spalcava nell’anima dei personaggi e nella dinamica dei rapporti era a tratti insostenibile". [10] Riconoscimenti
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