Il paese del sesso selvaggio
Il paese del sesso selvaggio è un film del 1972 diretto da Umberto Lenzi. La pellicola è ricordata per aver inaugurato il genere cannibal movie.[1] TramaBradley, fotografo inglese, uccide un uomo per legittima difesa, venendo in seguito ricercato dalla polizia locale. Decide, quindi, di inoltrarsi nelle foreste selvagge della Birmania per fuggire ai controlli e continuare il suo reportage. Qui, viene catturato da un gruppo di indigeni che vivono allo stato brado. Costretto a lavorare per loro, si innamorerà, alla fine, di Maraya, figlia del capo tribù. ProduzioneSceneggiaturaL'idea originaria è di Emmanuelle Arsan, l'inventrice dell'omonima eroina letteraria e cinematografica. Il copione, invece, è stato scritto da Francesco Barilli, al suo esordio come sceneggiatore cinematografico. Il produttore Assonitis chiese al giovane emergente di redigere una storia simile a quella de Un uomo chiamato Cavallo.[2] RipreseLe scene urbane sono state girate a Bangkok. La maggior parte della trama è ambientata nei dintorni incontaminati della Thailandia.[3] CastPrimo lungometraggio in cui recita l'attrice Me Me Lay, celebre per aver partecipato a numerosi cannibal movie, la maggior parte del cast è composta da attori non professionisti. DistribuzioneData di uscitaUscito nelle sale cinematografiche italiane l'8 agosto 1972, fu, successivamente, esportato all'estero, dove ottenne ottimi incassi, soprattutto in Germania. È conosciuto, a livello internazionale, col titolo Man from Deep River. DivietiIl paese del sesso selvaggio presenta numerose sequenze aggressive. In particolare, sono state inscenate mutilazioni, nudi integrali e violenza reale ai danni di animali. Il film, pertanto, entrò nella lista inglese dei cosiddetti video nasty. Fu vietato ai minori di 18 anni. Edizioni home videoÈ stato proposto in formato home video, edito dalla collana Raro Video, in collaborazione con la rivista Nocturno. SequelIl produttore Assonitis, a seguito dell'ottimo successo, contattò nuovamente Lenzi per redigere un sequel. I due, alla fine, non si accordarono. Fu, pertanto, proposto a Ruggero Deodato di girare un nuovo lungometraggio, sempre a sfondo esotico-cannibale. Nacque così l'idea di Ultimo mondo cannibale.[4] Note
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