La rilevanza enciclopedica di questa voce o sezione sull'argomento cortometraggi è stata messa in dubbio.
Motivo: Praticamente nessuna fonte a sostegno dell'enciclopedicità di questo cortometraggio documentario. Nessun premio vinto, distribuzione non chiara. Il regista sembra avere solo un pugno di corti al suo attivo.
L'artista Fausto Delle Chiaie si racconta da solo, a livello artistico e personale, attraverso performance improvvisate nate da una materia prima che solo lui sa immaginare opera. Per mezzo di living sculptures, ispirate da uno spunto esterno e involontario, che possono comprendere la sua figura, quella dei visitatori e dei passanti. Ma anche ovviamente un percorso tra oggetti riciclati e frattaglie di materiali, in cui l'arte ironica e informale va oltre le apparenze, diventando critica sociale o esempio, paradosso o boutade.
Produzione
La volontà di fare un documentario su Fausto Delle Chiaie nasce dal desiderio di indagare più a fondo le motivazioni e la filosofia della sua opera. Il suo Open Air Museum è un simbolo di apertura a vari livelli: dell'autore che si svela al mondo e della sua arte che si svela al pubblico. Inoltre è una galleria di immagini a cielo aperto che regala innumerevoli spunti di riflessione profonda in un contesto generalmente poco adatto a questo tipo di propositi: la strada.
In questo documentario Delle Chiaie si è ritagliato il suo spazio nella Città Eterna ed offre ai passanti una visita a dir poco particolare. Un rapporto speciale con Roma di cui Fausto Delle Chiaie racconta i suoi aspetti. Il rapporto di un artista con la sua arte.
Distribuzione
Il film è stato inserito nel catalogo dei cortometraggi di Cannes 2013 in seguito alla selezione per lo Short Film Corner e nel 2014 è stato selezionato dall'Italian Contemporary Film Festival e dal Festival internazionale del cinema d'arte[1].