Il buco (film 1960)Il buco (Le Trou) è un film del 1960 diretto da Jacques Becker. È tratto dall'omonimo romanzo di José Giovanni a sua volta ispirato a un fatto realmente accaduto nel 1947. Jean Keraudy fu uno dei protagonisti della vicenda ed è lui che in apertura introduce il film. La pellicola, del sottogenere carcerario, è stata presentata in concorso alla 13ª edizione del Festival di Cannes.[1] Si tratta dell'ultimo film diretto da Becker e dell'esordio cinematografico di due attori francesi che in seguito diverranno molto famosi: Philippe Leroy e Michel Constantin. TramaRoland, un ex detenuto, presenta la sua storia di quando era in carcere. Parigi, carcere de La Santé. Gaspard Claude è un detenuto in attesa di giudizio per il tentato omicidio della moglie; a causa di lavori di ristrutturazione viene trasferito nella cella di un'altra ala che ospita quattro carcerati, disturbati dall'arrivo del nuovo "ospite". Quando Gaspard si assenta, perché viene avvisato da una guardia di andare a ritirare un pacco di alimenti, i quattro si mostrano perplessi e indecisi se rivelare al nuovo arrivato il loro segreto e, dopo una breve discussione, decidono - nonostante l'obiezione del "duro" Manu Borelli - di comunicargli le loro intenzioni. Dopo essere venuti a conoscenza dell'accusa che Gaspard dovrà affrontare in processo, gli parlano della quasi certezza di una sua lunga condanna, e del loro progetto di fuga: il piano ideato da Roland Darbant consiste nel perforare il pavimento della cella per accedere ai sotterranei, approfittando dei lavori in corso che possono coprire il rumore, per poi, attraverso il sistema fognario, arrivare all'esterno delle mura del carcere. Per nascondere le assi del parquet che vanno tolte per accedere ai sotterranei, chiedono di assemblare per lavoro delle scatole che ricaveranno dai fogli di cartone, la cui pila sarà collocata sopra il "buco". Dopo essere riusciti a forare il pavimento Roland e Manu si calano nei sotterranei e, nascondendosi di volta in volta dai secondini che a orari fissi li perlustrano, riescono a trovare l'accesso alle fognature ma, una volta scesi, scoprono che queste sono murate da una spessa parete di cemento armato e che dovranno scavare un tunnel nella muratura vicina per aggirare l'ostacolo. Durante le notti seguenti a gruppi di due per volta i cinque detenuti scendono a turno per lavorare, nascondendo al di sotto delle coperte dei manichini di cartone mossi da fili dagli altri tre per eludere il controllo notturno della cella. Il progetto sembra seguire, nonostante i rischi e i controlli a sorpresa delle guardie, la linea di Roland e una notte la parete, finalmente, cede: Manu e Gaspard, impegnati in quel momento nello scavo, sbucano da un tombino situato nella strada all'esterno del carcere; i due tornano velocemente in cella per dare la notizia agli altri compagni di fuga, ma ormai è giorno e sarà necessario aspettare l'indomani per l'evasione. La mattina seguente Geo Cassine comunica agli altri che non evaderà perché sua madre potrebbe morire dal dolore se venisse a conoscenza della sua fuga: della cosa aveva già discusso con Roland, pregandolo di mantenere il segreto con gli altri compagni di stanza. Nel frattempo, Gaspard viene convocato a sorpresa dal direttore. Il colloquio si protrae per oltre due ore e, quando Gaspard torna in cella, riferisce agli altri che la moglie ha ritirato la denuncia, ma che evaderà lo stesso poiché teme di poter subire in ogni caso una condanna. La cosa suscita qualche sospetto negli altri, anche per la durata del colloquio, che però non possono far altro che portare a compimento il piano. La sera, dopo l'ultimo controllo prima dello spegnimento delle luci, i quattro salutano Geo, che resta di vedetta al corridoio, controllato dallo spioncino grazie a uno spazzolino da denti a cui è legato un frammento di specchio; espediente utilizzato già durante la prima fase dello scavo. Mentre si apprestano a scendere, questi si accorge che davanti alla cella si è radunato un gran numero di guardie. Il piano è stato scoperto e i quattro capiscono che Gaspard li ha traditi. Manu si getta su di lui con le mani alla gola, ma il giovane lancia un urlo e i secondini fanno irruzione nella cella bloccandoli. Tuttavia, nessuno dei carcerati fa resistenza poiché non ha più senso ormai. I quattro, sconfitti, con la faccia al muro e spogliati dei loro abiti, restano in silenzio e, quando Gaspard esce dalla cella per essere portato in un'altra - suggerendo la possibilità di essere stato incastrato dal direttore -, Roland lo guarda e, compatendolo senza dimostrare rabbia alcuna, gli sussurra semplicemente: "Povero Gaspard", facendogli capire che la vita nel carcere sarà dura per chi ha tradito i compagni. Personaggi
Curiosità
Note
Collegamenti esterni
|