Haas, nato nell'allora Impero austro-ungarico[1], ed attivo anche come sceneggiatore cinematografico, al di là della sua carriera di attore teatrale, è apparso in più di 60 film fra il 1925 ed il 1962, e ha curato la regia di una ventina di film fra il 1933 e il 1962.[2]
Biografia
Dopo il diploma al conservatorio, nel quale studiò sotto la guida di Leoš Janáček insieme al fratello Pavel, che divenne un apprezzato compositore, Hugo Haas iniziò la sua carriera di attore al Teatro Nazionale di Brno, a Ostrava e ad Olomouc. Nel 1924 si trasferì a Praga, dove fu attivo al teatro Vinohrady[3] fino al 1929. Nel 1930[4], grazie all'interessamento di Karel Hugo Hilar, divenne membro della compagnia del Teatro Nazionale di Praga, ove rimase fino all'emigrazione nel 1939. Uno dei suoi ruoli più significativi fu quello del dottor Galen in Bílá nemoc ("Il morbo bianco"), che Karel Čapek scrisse appositamente per lui. Il suo ultimo ruolo al Teatro Nazionale fu quello del direttore Busman in R.U.R. di Čapek[4].
Nel 1925 Haas fece il suo debutto cinematografico nel ruolo del notaio Voborský nel film mutoJedenácté přikázání ("L'undicesimo comandamento")[5] (una decina di anni dopo recitò la medesima parte nel film omonimo di Martin Frič). Con l'avvento del cinema sonoro ebbe modo di esibire il proprio talento comico in Muži v offsidu di Svatopluk Innemann, del 1931. Da lì al 1938 prese parte a una trentina di film.
Nel 1936, in collaborazione con Otakar Vávra, diresse il suo primo film, Velbloud uchem jehly, per poi passare a Kvočna (la cui colonna sonora si deve al fratello Pavel), Bílá nemoc e Co se šeptá. L'ultimo film cui prese parte come attore in Cecoslovacchia fu Andula vyhrála, di Miroslav Cikán, uscito nel 1938[6].
In conseguenza della Conferenza e accordo di Monaco del 1938 e dell'occupazione tedesca della Cecoslovacchia degli inizi del 1939, Haas fu licenziato dal Teatro Nazionale della capitale ceca in ottemperanza alle Leggi di Norimberga, in virtù delle sue origini ebraiche[4]. Nell'aprile dello stesso anno, insieme alla moglie Maria von Bibikoff (detta "Bibi") passò a Parigi, e di lì in Spagna; successivamente, da Lisbona raggiunse il porto di New York nell'ottobre/novembre del 1940. Il loro figlio Ivan fu preso in consegna dal fratello Pavel che, più tardi, insieme al padre Lipmann (Zikmund) Haas, trovò la morte nel campo di sterminio di Auschwitz nel 1944.
Verso la metà degli anni '40 Haas era diventato un classico caratterista del cinema americano. A partire dal 1951 iniziò a dirigere una serie di B-movies, generalmente con attrici bionde e seduttive come star, e che dominavano la campagna promozionale del film, nonostante il ruolo maschile da protagonista fosse riservato allo stesso Haas. Notevole, all'interno di questa produzione, fu The Girl on the Bridge (1951), che Haas diresse, scrisse, produsse e interpretò: vi si narra di un orologiaio che, avendo perso la moglie e i figli nell'olocausto, si costituisce una nuova famiglia insieme a una giovane donna che salva da un tentativo di suicidio.
Il suo ultimo film, Paradise Alley, fu rifiutato dalle majors di produzione e distribuzione cinematografiche, finché non apparve, con una circolazione limitata, nel 1962.
Nei tardi anni '50 Hugo Haas fece ritorno in Europa. Dopo un breve soggiorno in Italia, nel 1961 si stabilì a Vienna, dove fece sporadiche apparizioni in televisione. Se si eccettua una breve visita durante il centenario della fondazione del Teatro Nazionale di Praga nel 1963, egli non ritornò più nella madrepatria. Morì a Vienna nel 1968 in seguito alle complicazione dell'asma di cui soffriva[7].
Teatro (parziale)
The First Crocus di Arnold Sundgaard (Longacre Theatre, Broadway. New York, 1942)[8].
Magdalena, commedia musicale, musica di Heitor Villa-Lobos, testo di Robert Wright e George Forrest, regia di Jules Dassin, coreografia di Jack Cole (Ziegfeld Theatre, Broadway, New York, 1948)[10].
Filmografia
Regista
Velbloud uchem jehly, co-regia con Otakar Vávra (anche attore) (1936)
(CS) AA. VV., Dějiny českého divadla/IV, Praga, Academia, 1983, pp. 29, 143, 145, 171, 248, 250, 254, 340, 352, 357, 463, 566–7, 597, 610, 636–7, 647, 651, 657.
(CS) AA. VV., Národní divadlo a jeho předchůdci, Praga, Academia, 1988, pp. 128-129.
(CS) Svatopluk Beneš, Být hercem, Praga, Melantrich, 1992, pp. 12, 24.
(CS) Bohumil, V. Pivcová e J. Švehla, Thespidova kára Jana Pivce, Praga, Odeon, 1985, pp. 76, 81, 95–6, 102, 106, 161, 173, 176–8, 182–3, 219, 237–240, 275.
(CS) Jaroslav Brož e Myrtil Frída, Historie československého filmu v obrazech 1930–1945, Praga, Orbis, 1966, pp. 17, 23, 34, 39, 68, 75, 78–9, 112–3, 133, 136–7, 146–7, 184, 201, foto 16, 31, 60, 75, 160, 161, 189–194, 196, 283, 287–290, 342–3, 368–370, 372–3.
(CS) František Černý, Theater – Divadlo, Praga, Orbis, 1965, pp. 14–6, 280, 308, 324, 357–8, 397, 405.
(CS) František Černý, Hraje František Smolík, Praga, Melantrich, 1983, pp. 61, 73, 105, 115, 123, 135, 143, 152, 159, 179, 191, 213–4, 218–9, 225, 230, 237, 296, 330, 333.
(CS) František Černý, Kapitoly z dějin českého divadla, Praga, Academia, 2000, pp. 252, 259, ISBN80-200-0782-2.
(CS) Česká divadla : encyklopedie divadelních souborů, Praga, Divadelní ústav, 2000, pp. 113, 211, 322–324, 338.
(CS) Antonín Dolenský, Kulturní adresář ČSR, in Českolipská knih– a kamenotiskárna, Česká Lípa, 1936, p. 139.
(CS) Eugenie Dufková e Bořivoj Srba, Postavy brněnského jeviště: umělci Národního, Zemského a Státního divadla v Brně, Brno, Státní divadlo, 1874, pp. 374–377.
(CS) Vlasta Fabianová, Jsem to já?, Praga, Odeon, 1993, p. 99, ISBN80-207-0419-1.
(CS) Miloš Fikejz, Český film : herci a herečky. I. díl : A–K. 1. vydání (dotisk), Praga, Libri, 2009, pp. 333–335, ISBN978-80-7277-332-9.
(CS) Joža Götzová, Profily českých herců, Praga, 1931, pp. 46–8.
(CS) Eva Högerová, Ljuba Klosová e Vladimír Justl, Faustovské srdce Karla Högera, Praga, Mladá fronta, 1994, pp. 117, 433, 449, ISBN80-204-0493-7.
(CS) Hana Konečná et alii, Čtení oNárodním divadle, Praga, Odeon, 1983, pp. 216, 218–9, 226, 395.
(CS) Jolana Matějková, Hugo Haas – život je pes, Praga, XYZ, 2005, p. 297, ISBN80-86864-18-9.
(CS) Stanislav Motl, Mraky nad Barrandovem, Rybka Publishers, 2006, pp. 37–9, 42, ISBN80-86182-51-7.
(CS) V. Müller et alii, Padesát let Městských divadel pražských 1907– 1957, Praga, Ústřední národní výbor, 1958, p. 179.
(CS) Z. Sílová, R. Hrdinová, Alena Kožíková e V. Mohylová, Divadlo na Vinohradech 1907–2007 – Vinohradský ansámbl, Praga, Divadlo na Vinohradech, 2007, pp. 31, 35–6, 41, 43, 192, ISBN978-80-239-9604-3.
(CS) Miloš Smetana, Jan Tříska, Praga, XYZ, 2004, p. 73, ISBN80-903399-5-6.
(CS) Valeria Sochorovská, Hugo Haas. Ve Formě 1. vyd, Praga, Forma, 1996, pp. 172 sgg., ISBN80-902106-6-X.
(CS) Ondřej Suchý e Oldřich Dudek, Ljuba jako vystřižená, Praga, Melantrich, 1986, pp. 19, 20, 43, 67.
(CS) Josef Tomeš, et alii, Český biografický slovník XX. století, 1: A-J, Praga; Litomyšl, Paseka ; Petr Meissner, 1999, p. 390, ISBN80-7185-245-7.
(CS) Ladislav Tunys, Hodně si pamatuju...Perličky v duši Raoula Schránila, Praga, Ametyst, 1998, pp. 38, 92, ISBN80-85837-35-8.
(CS) Ladislav Tunys, Otomar Korbelář, Praga, XYZ, 2011, pp. 88, 135, 142, ISBN978-80-7388-552-6.
(CS) Marie Valtrová e Ota Ornest, Hraje váš tatínek ještě na housle?, Praga, Primus, 1993, pp. 19, 27, 50, 166, 177, 180, 233, ISBN80-85625-19-9.
(CS) Jiří Žák, et alii, Divadlo na Vinohradech 1907–2007 – Vinohradský příběh, Praga, Divadlo na Vinohradech, 2007, p. 153, ISBN978-80-239-9603-6.
(CS) Filmové platno – Hugo Haas, su Galerie prvorepublikových herců. URL consultato il 28 settembre 2019 (archiviato dall'url originale il 16 febbraio 2008).
(CS) Hugo Haas, su Internet Archive. URL consultato il 28 settembre 2019 (archiviato dall'url originale il 26 agosto 2014).