Hilaire-Bernard de LongepierreHilaire-Bernard de Requeleyne, barone di Longepierre (Digione, 18 ottobre 1659 – Parigi, 30 marzo 1731), è stato un drammaturgo francese. BiografiaIn età giovanile Longepierre studiò presso i Gesuiti, si interessò della letteratura greca,[1] traducendo dal greco i carmi di Anacreonte e di Saffo (1684), di Bione e di Mosco (1686).[2] Il secondo di questi volumi era completato da dieci opere scritte da lui con cui esordì nella letteratura: gli Idylles.[2] Longepierre si dedicò anche alla composizione di quattro tragedie, tra le quali menzioniamo Médée (1694) che rimase nel repertorio della Comédie-Française per oltre un secolo, incentrata sui conflitti psicologici e sullo stile raciniano.[1] La tragedia Médée, ispirata a Euripide e a Seneca, semplice ed emozionante per il suo stile ellenizzante, evidenziò oltre all'adesione allo stile raciniano, anche le intenzioni di correggere le imperfezioni presenti nella Médée di Pierre Corneille.[3] Verso la fine di settembre 1728 la Médée di Longepierre fu ripresa grazie a mademoiselle Balincourt ottenendo un grandissimo successo. La sua opera risultò la versione teatrale del mito più rappresentata nel XVIII secolo, anche grazie alle bravura di giovani attrici, quali Mademoiselle Dumesnil e la rivale Madame de Clairon.[3] Le sue tragedie furono tradotte in italiano da Gasparo Gozzi.[1] Longepierre fu precettore del conte di Tolosa, poi del duca di Chartres e infine segretario del duca d'Orléans.[2] Critico teatrale arguto, Longepierre diede alle stampe nel 1686 un pregevole Parallèle de Corneille et de Racine,[1] e fu protagonista, insieme a Nicolas Boileau e a Charles Perrault, della Querelle des Anciens et des Modernes,[3] che oppose due correnti, gli Antichi e i Moderni: «Per tutta la Querelle, che si tratti di Euripide o d'Omero, sotto Luigi XIV sono i sostenitori degli antichi ad accettare ciò che è vivo, sconcertante, stravolgente nella rappresentazione della vita umana dei poeti antichi, mentre i moderni sono favorevoli a convenzioni morali ed estetiche uniformi e conformistiche.[4]» Dopo la sua morte, il cardinale di Noailles ereditò la sua preziosa biblioteca.[2] Longepierre era famoso per la sua collezione di libri legati in marocchino o più semplicemente in pelle, decorati sul dorso e sui piatti con un piccolo toson d'oro.[2] Dopo la Rivoluzione francese questi preziosi libri si dispersero e la maggior parte di essi giunse in Inghilterra, divenendo un oggetto ricercato da tutti i collezionisti francesi del XIX secolo.[2] Opere principali
Note
Bibliografia
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