Il nome della tribù deriva dal suo genere tipoHemimeris L. f., 1807 il cui significato è "due metà" (hmi-merij).[4]
Il nome scientifico della tribù è stato definito dal botanico inglese George Bentham (22 settembre 1800 – 10 settembre 1884) nella pubblicazione "Edwards's Botanical Register; or, Flower Garden and Shrubbery. London - 21: ad t. 1770." del 1835.[5][6]
Descrizione
Il portamento delle specie di questa tribù è erbaceo perenne (annuale in Diascia), raramente arbustivo (eventualmente si tratta di arbusti nani). L'indumento è glabro a parte alcune infiorescenzepubescenti per peli ghiandolari (Alonsoa). Il portamento degli steli varia da eretto a ascendente o procombente; la sezione è quadrangolare a causa della presenza di fasci di collenchima posti nei quattro vertici, mentre le quattro facce sono concave. A volte gli steli sono alati (Colpias). Queste piante contengono composti iridoidi.[2][7][8]
Le fogliecauline, a disposizione alternata o debolmente opposta, sono da sessili o subsessili a brevemente picciolate. La lamina ha delle forme da lineari-lanceolate a ovoidi o orbicolari con apici acuminati e base subcordata. Nella lamina sono presenti anche forme insice-palmatolobate e pennatifide. I margini sono dentati o seghettati. In Diascia le foglie hanno un portamento rosulato. In Hemimeris sono presenti delle brattee subfascicolate.
Le infiorescenze sono racemose o delle cime ascellari con 1 - 5 fiori. Le bratteole sono assenti, mentre sono presenti le brattee.
Formula fiorale. Per la famiglia di queste piante viene indicata la seguente formula fiorale:
X K (4-5), [C (2+3) A 5 o 2+2 o 2], G (2), supero, capsula.[7]
Il calice, gamosepalo, ha una forma campanulata e termina con cinque profondi lobi. I lobi sono da uguali a subuguali tra id loro. La forma dei lobi è per lo più da stretta a lanceolata.
La corolla, di tipo zigomorfo (i petali sono concresciuti) e ruotata, è formata da un tubo terminante in cinque lobi a disposizione bilabiata. Il tubo (a volte quasi obsoleto) è bisaccato con due speroni gibbosi posti nella parte abassiale. I lobi sono per lo più sono patenti; quelli del labbro adassiale sono più grandi. Il colore varia dall'arancio al salmone rosso, ma anche giallo, crema, bianco e rosa.
L'androceo è formato da 4 stami (2 stami in Hemimeris) didinami sporgenti o inclusi. In alcune specie (Diascia) le antere abassiali sono abortite. I filamentiadnati alla corolla sono corti. Le antere, libere e non sagittate, hanno due teche (antere biloculari) con portamento da separato a confluente che si aprono per mezzo di un'unica fessura distale. I granuli pollinici sono del tipo tricolporato.
I frutti sono delle capsule con deiscenza da loculicida a setticida (o solamente setticida in Diascia, Hemimeris, Diclis e Nemesia). I semi sono numerosi chiari arrotondati o appena incurvati con superficie costoluta e con endosperma ben sviluppato. A volte le teste dei semi possono essere membranose e reticolate.
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
Dispersione: i semi cadendo (dopo aver eventualmente percorso alcuni metri a causa del vento - dispersione anemocora) a terra sono dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).
Distribuzione e habitat
La distribuzione delle specie di questa tribù è soprattutto africana tropicale.
Il gruppo di generi di questa tribù, dopo le ultime inclusioni (Colpias), forma probabilmente un clademonofiletico anche per l'assenza di secrezioni oleifere (una sinapomorfia).[10]
Nell'ambito della famiglia, questa tribù è "basale" e quindi è "gruppo fratello" al resto delle Scrophulariaceae.[11]
La separazione di questo gruppo dal nucleo delle Lamiales è avvenuta tra 68 - 50 milioni di anni fa.[9]
Il cladogramma tratto dallo studio citato[10] mostra la posizione filogenetica interna dei sei generi della tribù.
in Alonsoa è incluso anche la specie Schistanthe peduncularis Kunze, 1841, considerata quindi sinonimo di Alonsoa peduncularis (Kuntze) Wettst.;[2][12]
in Diascia è incluso anche la specie Chamaecrypta diasciifolia Schlechter & Diels, 1942;[2]
il genere Alonsoa in passato era descritto all'interno della tribù Alonsoeae Barringer, 1993[2] (ora obsoleta) insieme al genere Charadrophila Marloth, 1899 (ora incluso nella famiglia Stilbaceae).[13][14]
Sinonimi
L'entità di questa voce ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:[9]
Bengt Oxelman, Per Kornhall, Richard G. Olmstead & Birgitta Bremer, Furtherdisintegration of Scrophulariaceae (PDF), in Taxon, vol. 2, n. 54, Maggio 2005, pp. 411-425. URL consultato il 17 agosto 2017 (archiviato dall'url originale il 9 agosto 2017).
Richard G. Olmstead, Claude W. dePamphilis, Andrea D. Wolfe, Nelson D. Young, Wayne J. Elisons and Patrick A. Reeves, Disintegration of the Scrophulariaceae, in American Journal of Botany, vol. 88, n. 2, 2001, pp. 348-361 (archiviato dall'url originale il 20 ottobre 2014).