Con la celebre mostra da lui organizzata e inaugurata a Mannheim il 14 giugno 1925, Hartlaub coniò il termine di «Neue Sachlichkeit» (Nuova Oggettività). La mostra, che si tenne anche in Sassonia e in Turingia, presentò 124 opere di artisti rappresentanti le varie tendenze neo-oggettive, dal neoclassicismo al realismo magico e al verismo, ed ottenne un grande successo. Nelle sue parole, l'obiettivo della Neue Sachlichkeit è «superare le meschinità estetiche della forma attraverso una nuova oggettività nata dal rifiuto della società borghese dello sfruttamento».[1]
Fu licenziato il 20 marzo 1933 a seguito della politica culturale perseguita dal regime nazista. Nel 1946 divenne professore a Heidelberg. Gustav Friedrich Hartlaub è il padre degli scrittori Felix (1913-1945) e Geno Hartlaub (1915–2007).
Scritti
Balladen und Lieder, München-Schwabing, Bonsels, 1905
Grossherzogliche Gemälde-Galerie im Augusteum su Oldenburg, Oldenburg, Carl G. Oncken, 1906-1912
Matteo da Siena und seine Zeit, Strasbourg, Heitz, 1910
Kunst und Religion: ein Versuch über die Möglichkeit neuer religiöser Kunst, Leipzig, Kurt Wolff, 1919
Die neue deutsche Graphik, Berlin, E. Reiss, 1920
Vincent van Gogh, Leipzig, Klinkhardt & Biermann, 1922