Guido I d'Alvernia
Guido d'Alvernia (nella prima metà del X secolo – 989), fu visconte d'Alvernia dal 970 circa, poi conte d'Alvernia, fino alla sua morte. OrigineFiglio del visconte d'Alvernia, Roberto II (come risulta dal documento n° 179 del Cartulaire de Sauxillanges[1]), e di Engelberga (come risulta dal documento n° 1525 del Recueil des chartes de l'abbaye de Cluny, tomé 2[2]), di cui non si conoscono gli ascendenti[3]. Roberto II, era figlio del conte di Clermont e visconte d'Alvernia, Roberto I, e di Aldegardis, di cui non si conoscono gli ascendenti[4], come ci viene confermato dal documento n° 336 del Cartulaire de Brioude, dal fratello Stefano fa una donazione in suffragio delle anime dei genitori[5]. BiografiaIn una donazione sempre fatta dallo zio Stefano (?-ca. 970), vescovo di Clermont[5], durante il regno di Lotario IV, nel mese di novembre, senza specificare l'anno, la n° 179 del Cartulaire de Sauxillanges, Guido controfirma la donazione assieme al padre, Roberto il Giovane ed al fratello, Roberto (III)[1]. Verso il 980, Guido ripristinò il titolo di conte d'Alvernia[6]. Guido fece due donazioni a suffragio delle anime dei genitori, Roberto II ed Engelberga, e del fratello Roberto (III): una riportata dal documento n° 1525 del Recueil des chartes de l'abbaye de Cluny, tomé 2, del maggio 980 (mense majo, viscesimo sexto Lothardi regis)[2] ed una seconda, anche a suffragio dello zio vescovo, Stefano, dal documento n° 363 del Cartulaire de Sauxillanges, sempre durante il regno di Lotario (mense augusto feria quarta, regnante Lothario rege Francorum)[7]. Guido morì, nel 989[8], e, dato che non aveva eredi, secondo lo storico, chierico, canonista e bibliotecario francese, Étienne Baluze, il fratello Guglielmo, succedette a Guido, nei titolo di Conte d'Alvernia[9]. Matrimonio e discendenzaRoberto aveva sposato Ausenda, di cui non si conoscono gli ascendenti, e non si conosce neppure l'anno delle nozze, ma si ha conferma del matrimonio una donazione fatta da Guido, nel maggio del 980, a suffragio delle anime dei genitori e del fratello, Roberto (III), riportata dal documento n° 1525 del Recueil des chartes de l'abbaye de Cluny, tomé 2[2]; e da quello stesso documento si apprende che i terreni inerenti alla donazione provengono da una eredità che la moglie Ausenda ricevette dalla madre[2]. Ausenda compare anche nella donazione riportata dal documento n° 363 del Cartulaire de Sauxillanges[7]. Note
BibliografiaFonti primarie
Letteratura storiografica
Voci correlate
Collegamenti esterni
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