Guerra dei maiali (1906-1908)La Guerra dei maiali (in serbo Свињски рат?, Svinjski rat) o Guerra doganale (in serbo Царински рат?, Carinski rat) fu una guerra commerciale tra l'Impero austro-ungarico e il Regno di Serbia nel 1906-1908 in cui gli Asburgo imposero senza successo un blocco doganale sul maiale serbo. ContestoAll'inizio del XX secolo, la Serbia era economicamente uno Stato satellite degli Asburgo e la sua principale esportazione era la carne di maiale, la maggior parte della quale era acquistata dall'Impero austro-ungarico. Quando la Serbia iniziò a cercare di eludere il controllo economico e politico degli Asburgo e a costruire legami con altri paesi, in particolare Bulgaria e Francia, il governo ungherese decise di punire i serbi con sanzioni economiche. In particolare, nel tentativo di ridurre la sua dipendenza economica dall'Impero austro-ungarico, la Serbia iniziò nel 1904 a importare munizioni francesi anziché austriache e stabilì un'unione doganale con la Bulgaria nel 1905, ponendo fine alla vendita di merci austriache soggette a dazi in Serbia.[1] StoriaAbituata da tempo a stabilire la politica economica, l'Austria rispose nell'aprile 1906 chiudendo i suoi confini al maiale serbo. La Serbia, rifiutandosi di inchinarsi a Vienna, ottenne investimenti francesi per costruire nuovi impianti di imballaggio per il commercio internazionale, iniziò a ordinare materiali dalla Germania rivale dell'Austria e fece pressioni sulle province austriache della Bosnia ed Erzegovina per uno sbocco commerciale sul mare Adriatico.[1] Ciò causò la rinuncia dell'Austria nel marzo 1908, come mostrano le statistiche commerciali del periodo in questione, pubblicate nell'edizione del 1911 dell'Encyclopædia Britannica:
La Russia sostenne le azioni della Serbia e una guerra tra Austria-Ungheria e Russia venne evitata solo a causa di un ultimatum tedesco nel 1909 che richiedeva la fine degli aiuti russi alla Serbia. Note
Bibliografia
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