Grado di dissociazioneSi definisce grado di dissociazione, simboleggiato dalla lettera greca , il rapporto tra la quantità di sostanza dissociata e la quantità di sostanza inizialmente presente (entrambe misurate in moli):[1] Questa grandezza adimensionale viene utilizzata per descrivere l'effettivo comportamento di un elettrolita debole che in soluzione si dissocia parzialmente o nel caso della dissociazione termica dei gas. Il grado di dissociazione è legato al coefficiente di van 't Hoff (o "fattore di dissociazione") dalla relazione
in cui rappresenta il numero di moli formate dalla dissociazione di ogni mole di sostanza, ricavabile dalla relazione stechiometrica. Il grado di dissociazione è funzione della temperatura e della pressione. Il grado di dissociazione può assumere valori compresi tra 0 e 1, dove il valore zero corrisponde a un non elettrolita o assenza di dissociazione e il valore 1 è il grado di massima dissociazione (teoricamente a diluizione infinita).[2][3] In riferimento a 100 moli iniziali di sostanza, può essere espresso in termini percentuali (in quest'ultimo caso assumerà valori tra 0 e 100). Relazione con la costante di dissociazioneConsideriamo, per esempio, la generica reazione di dissociazione di un acido debole: Possiamo schematizzare le quantità delle varie specie chimiche, presenti nelle diverse fasi della reazione, utilizzando la seguente tabella:
Le varie concentrazioni molari (C) risultano: calcolando la costante di dissociazione, , si ottiene:[2] Allo stesso modo è possibile mettere in relazione la costante di dissociazione basica, , con il grado di dissociazione dell'elettrolita o la costante di dissociazione termica di un gas con il grado di dissociazione del gas stesso. è un parametro facilmente calcolabile tramite misure pratiche di conduttività ionica o sfruttando le proprietà colligative. Note
Bibliografia
Voci correlate
Collegamenti esterni
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