Global Competitiveness ReportIl Global Competitiveness Report (GCR)[1] è pubblicato annualmente dal Forum economico mondiale. Dal 2004, il Global Competitiveness Report classifica le nazioni in base al Global Competitiveness Index,[2] sviluppato da Xavier Sala-i-Martin ed Elsa V. Artadi.[3] Prima di questa base teorica, veniva usato il metodo Jeffrey Sachs, Growth Development Index e il metodo Michael Porter, Business Competitiveness Index. Il Global Competitiveness Index integra i due metodi macro e micro/business in un solo indice. Il report "mostra l'abilità di una nazione a provvedere al benessere dei propri cittadini. Questo dipende da come la produttività riesce a usare le risorse disponibili. Il Global Competitiveness Index misura il livello di qualità di istituzioni, della politica e i fattori che determinano la prosperità economica sul medio-lungo termine."[4][5] DescrizioneDal 2004 viene pubblicato il Global Competitiveness Index.[6] Il report è basato sul metodo teorico e sulle ricerche più recenti.[7] È stilato basandosi su oltre 110 variabili, di cui 2/3 dal Executive Opinion Survey, e 1/3 da fonti pubbliche come i rapporti delle Nazioni Unite. Le variabili sono riunite in 12 pilastri,[8] ciascuno dei quali rappresenta un'area considerata importante per la competitività. Una parte del rapporto è il Executive Opinion Survey che rappresenta il sondaggio di un campione di business leader nei diversi paesi. Nel 2010 oltre 13 500 in 142 paesi.[9] Il rapporto mostra che una nazione si sviluppa, con salari in incremento, e che in ordine alla sostenibilità di un reddito più elevato, la produttività del lavoro deve essere aumentata, per essere competitivi. In aggiunta ciò che crea produttività in Svezia e necessariamente differente da ciò che lo crea in Ghana. Il GCI separa le nazioni in tre driver: factor-driven, efficiency-driven, e innovation-driven, ciascuno dei quali implica un grado di crescita nella complessità nelle operazioni economiche. Nel factor-driven le nazioni competono sul fattore dote, lavoro non professionalizzante e risorse naturali. Le aziende competono sulla base di prezzi e vendite di beni basilari o commodity, con produttività bassa riflessa in basso salario. Ci sono dodici pillar di competitività:
Per mantenere la competitività a questo stadio di sviluppo, deve funzionare il rapporto pubblico-privato nelle istituzioni (pillar 1), infrastrutture appropriate (pillar 2), e quadro macroeconomico stabile (pillar 3), e buona salute e educazione (pillar 4). Il salario che cresce con l'avanzare dello sviluppo, pone la nazione nello stadio di efficiency-driven, con necessario sviluppo dei sistemi produttivi più efficienti e qualità. A questo punto, la competitività diventa mossa da educazione elevata e continuo aggiornamento (pillar 5), mercato di beni efficiente (pillar 6), mercato del lavoro efficiente (pillar 7), mercato finanziario sviluppato (pillar 8), abilità di coniugare benefici di tecnologie esistenti (pillar 9), e le dimensioni del mercato, domestico e internazionale (pillar 10). Alla fine lo stadio ultimo è l'innovation-driven, dove le nazioni sono capaci di tenere salari elevati e alto standard di vita se il loro businesses crea prodotti unici, innovativi. A questo stadio le aziende competono producendo beni nuovi prodotti con metodi sofisticati (pillar 11) e attraverso innovazione (pillar 12). L'impatto di ogni pillar sulla competitività varia in ogni nazione, in funzione dello stadio di sviluppo economico. Nel calcolo del GCI, i pillar sono dati da differenti pesi dipendenti dal PIL pro capite.[10] I pesi usati sono valori che meglio spiegano crescita negli ultimi anni[11] Per esempio, l'innovazione e la sofisticatezza dei beni conta il 10% dei valori finali nelle economie a efficiency-driven, ma il 30% in quelle innovation-driven. Valori intermedi sono usati per stadi economici intermedi delle nazioni. Il Global Competitiveness Index è simile al Ease of Doing Business Index e Indices of Economic Freedom, che mostra i fattori legati alla crescita economica (ma non come il Global Competitiveness Report). 2015–2016Prime 30 posizioni 2015–2016 report:[12]
2014–2015Prime 30 posizioni 2014–2015 report:[1]
2013–2014Prime 30 posizioni 2013–2014 report:[13]
2012–2013Prime 30 posizioni 2012–2013 report:[14]
2011–2012Prime 30 posizioni 2011–2012 report:[15][16]
2010–2011Prime 30 posizioni 2010–2011 report:[17]
2009–2010Prime 30 posizioni 2009–2010 report:[18]
2008–2009Prime 30 posizioni 2008–2009 report:[19]
Le posizioni più indietro si possono trovare al Global Competitiveness Report 2013-2013 (PDF), su www3.weforum.org. Note
Voci correlateCollegamenti esterni
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