A quattordici anni entrò nel seminario di Padova, dove successivamente insegnò matematica e letteratura italiana. Nel 1743 venne consacrato sacerdote dal cardinale Carlo Rezzonico, succeduto a Minotto Ottoboni come vescovo di Padova. In questi anni frequentò le lezioni di matematica dell'abate Giuseppe Suzzi da cui apprese il nuovo Calcolo cartesiano e leibniziano, che a sua volta introdurrà nell'insegnamento della matematica affidatogli in Seminario, dopo aver insegnato nei primi anni la Grammatica. Durante gli anni di insegnamento presso il seminario curò l'edizione delle opere di Galileo (1744) in quattro volumi, redigendone una prefazione elogiativa e note critiche. Nel quarto volume per la prima volta dopo la condanna di Galileo Galilei si pubblicò con approvazione ecclesiastica dietro intervento di Papa Benedetto XIV il Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo.[1]
Nel 1754 fu nominato parroco di Montegalda e, otto anni dopo, fu chiamato a ricoprire la cattedra di astronomia all'Università di Padova. Toaldo, come i suoi contemporanei, Diviš e Giovanni Battista Beccaria (entrambi sacerdoti), prestò particolare attenzione allo studio dell'elettricità atmosferica e ai mezzi per proteggere gli edifici dai fulmini. Fu favorevole alla costruzione dei parafulmini, adottando le opinioni di Benjamin Franklin sulla loro azione preventiva e protettiva, piuttosto che quelle della scuola francese guidata dall'abate Nollet. Il suo trattato Della maniera di difendere gli edificii dal fulmine (1772) e il suo opuscolo Dei conduttori metallici a preservazione degli edifici dal fulmine (1774) contribuirono in gran parte a rimuovere i pregiudizi popolari del tempo contro l'uso dell'invenzione di Franklin. Grazie ai suoi sforzi, furono posti parafulmini sulla cattedrale di Siena, sul campanile di San Marco, a Venezia[2]. e sulle navi della marina veneziana.
Nel 1787, quando ricopriva le cariche di Preposito della Santissima Trinità e Professore e Accademico all'Ateneo Patavino, pubblicò le sue Tavole di Vitalità. Questa pubblicazione contribuì, anni più tardi, a gettare le basi degli studi sulla demografia; Toaldo infatti consegnò, attraverso il suo testo, una metodologia innovativa per lo studio dei dati. Questo suo lavoro fu compreso ed utilizzato come modello di lavoro solo dopo la sua morte.[6]
Divenne famoso in Europa soprattutto per le sue teorie di previsione meteorologica[7]. Riteneva di aver notato che dopo 9 anni, e poi dopo 18 anni, i fenomeni meteorologici tornavano nello stesso ordine[8].
Organizzò anche una rete meteorologica nella Repubblica di Venezia[9]. Il suo appello alla collaborazione circolò soprattutto attraverso il suo almanacco: il Giornale astro-meteorologico, che apparve per la prima volta nel 1773 e continuò anche dopo la sua morte. Riuscì a riunire più di trenta osservatori, tra cui una nobildonna di Sacile, Angela Borgo[10].
Toaldo era membro di molte accademie scientifiche d'Europa, in particolare della Royal Society di Londra. Gli è stato dedicato un asteroide, 23685 Toaldo[11].
Giampiero Bozzolato, Giuseppe Toaldo: uno scienziato europeo nel Settecento veneto, Brugine 1984;
Giuseppe Toaldo, e il suo tempo. Nel bicentenario della morte. Scienze e Lumi tra Veneto e Europa. Atti del Convegno..., Padova...1997, a cura di L. Pigatto, Cittadella 2000;
Stefano Casati, Introduzione, in G. Toaldo, Dei conduttori per preservare gli edifizj da’ fulmini, a cura di S. Casati, Firenze 2001;
Giuseppe Toaldo. Atti della Giornata di studio, Molvena... 1999, a cura di B. Gramola, R. Rizzi, Vicenza 2001;
Giuseppe Toaldo, Lettere di Giuseppe Toaldo ad Antonio Canova, a cura di L. Pigatto, Padova 2004;
Giuseppe Toaldo: meteorologia e agricoltura, a cura di B. Gramola, R. Rizzi, Vicenza 2004;
Ilaria Ampollini, Celestial globes and popular astronomy. Giuseppe Toaldo traslator of Jérôme Lalande, in Nuncius, XXXIV (2019), 1, pp. 69-98.
Simon Dolet, L’astrologie saine de Giuseppe Toaldo et les séismes, clés de la prédiction des changements climatiques, in Dix-huitième siècle, 54 (2022), pp.49-62.https://doi.org/10.3917/dhs.054.0049
Simon Dolet, Le pouvoir de l’amitié pour saisir un phénomène 'météorologique' exceptionnel. Informateurs et observateurs des globes de feu de 1676 et 1784, in Dix-huitième siècle, 55 (2023), pp. 385-402.https://doi.org/10.3917/dhs.055.0385
Simon Dolet, La météorologie, un nouvel accès à la médecine pour les femmes ?, in Italies, 27 (2023), p. 5-48. https://doi.org/10.4000/12a47