Giuseppe Moschini (capitano di fregata)
Giuseppe Moschini (Sant'Elpidio a Mare, 17 giugno 1903 – Canale di Sicilia, 17 gennaio 1943) è stato un militare e marinaio italiano, decorato di medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale. BiografiaNacque a Sant'Elpidio a mare, provincia di Ascoli Piceno, il 17 giugno 1903, figlio di Umberto e Carolina Bartolucci.[2] Arruolatosi nella Regia marina nel 1918 divenne allievo alla Regia Accademia Navale di Livorno da cui uscì nel 1922 con la nomina a guardiamarina e nel 1924 fu promosso sottotenente di vascello.[2] Frequentato il 6º Corso di osservazione aerea a Taranto e, ottenuto il brevetto di osservatore dall'idrovolante, prestò servizio, nel grado di tenente di vascello, nella 187ª Squadriglia idrovolanti.[2][3] Rientrato in marina nel 1931 si imbarcò sul sommergibile Enrico Tori, e poi sul Balilla, con l'incarico di ufficiale in seconda.[3] Promosso capitano di corvetta nel 1936, ebbe prima il comando del sommergibile Fratelli Bandiera e poi della nave ospedale Cesarea, al termine del quale passò al comando della Squadriglia MAS a La Spezia.[3] Prese parte all'occupazione dell'Albania partecipando allo sbarco a Valona nell'aprile 1939, venendo insignito della medaglia d'argento al valor militare.[3] Promosso capitano di fregata alla vigilia della seconda guerra mondiale assunse il comando della 2ª Flottiglia MAS ad Augusta, partecipando a numerosissime missioni di guerra nel canale di Sicilia e nel Mediterraneo centrale.[3] Nel luglio 1942 passò al comando del cacciatorpediniere Bombardiere con il quale partecipò allo scontro navale del 17 gennaio 1943, nelle acque del canale di Sicilia, nel quale l'unità al suo comando, spaccata in due tronconi da un siluro lanciato dal sommergibile inglese United al comando di John Roxburgh, affondò.[3] Incurante della propria incolumità, cercò di porre in salvo il proprio timoniere, rimasto prigioniero tra le lamiere contorte della plancia divelta, trovando la morte nel tentativo.[3] Fu insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[3] Onorificenze«Comandante di altissime qualità morali cd intellettuali, di esempio a tutti in ogni circostanza per generoso slancio e salda preparazione professionale, pro fondeva durante il conflitto le molteplici capacità acquisite in pace ed in guerra di osservatore di aereo e di pioniere degli aerosiluranti, di valoroso ufficiale sommergibilista e palombaro, di brillante tecnico di artiglieria e di armi subacquee. Comandante dì cacciatorpediniere di scorta ad importante convoglio, in un momento del conflitto in cui le missioni intraprese erano con quasi costante certezza votate a glorioso sacrificio sotto l’infuriare della preponderanza aerea e navale avversaria, conduceva la sua nave con l’abituale serena perizia attraverso le insanguinate rotte del Canale di Sicilia. Fatto segno a lancio di siluri da parte di sommergibile avversario, vista l’immediatezza del pericolo, si portava di persona presso il timone onde rendere più rapida la contromanovra. Colpita irrimediabilmente l’unità, che si divideva in due, incurante della propria esistenza dedicava gli ultimi istanti della sua operosa vita per salvare il timoniere rimasto imprigionato nelle lamiere contorte della plancia divelta. Nell’altruistico slancio trovava eroica morte inabissandosi con l’unità e lasciando luminoso esempio di generoso altruismo e di elette virtù militari. Canale di Sicilia, 17 gennaio 1943.[4]»
— Decreto del Presidente della Repubblica dell'11 aprile 1951. «Nell'episodio dell'occupazione di Valona, dirigeva in modo ammirevole la manovra della sezione di torpediniere Castore e Centauro, e successivamente al comando del primo scaglione da sbarco, con freddo coraggio ed alto sprezzo del pericolo, contribuiva efficacemente sotto il fuoco avversario, a costituire e a consolidare la testa di sbarco. Valona, 7 aprile 1939-XVII.»
— Regio Decreto 22 maggio 1939. «Comandante di flottiglia, prendeva imbarco su M.A.S. di una dipendente squadriglia per partecipare ad una ricerca notturna del nemico presso una base avversaria. Successivamente, nonostante le sfavorevoli condizioni del tempo, riportava le sue unità sulle stesse acque per rintracciare i superstiti di siluranti nazionali arditamente impegnatesi con prevalenti forze avversarie. Nonostante gli attacchi aerei del nemico e le avverse condizioni del mare, persisteva nella ricerca giungendo a salvare un notevole numero di naufraghi. Dava continua prova di perizia marinaresca, di ardimento e di generoso altruismo. -Canale di Sicilia, 12 ottobre 194 .»
— Regio Decreto 7 novembre 1941. «Ufficiale superiore di passaggio su torpediniera che per urto contro mina era in procinto di affondare, impartiva con prontezza e decisione gli ordini tendenti ad effettuare il salvataggio dell'unità dimostrando in difficili circostanze elevate virtù militari.»
— Determinazione del 16 gennaio 1942. Note
Bibliografia
Voci correlateCollegamenti esterni
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