Giuseppe Brengaret Pujol
Giuseppe Brengaret Pujol C.M.F., in spagnolo José Brengaret Pujol (Sant Jordi Desvalls, 18 gennaio 1913 – Barbastro, 13 agosto 1936), è stato un religioso spagnolo, martirizzato a Barbastro durante la Guerra civile spagnola e venerato come beato dalla Chiesa cattolica. BiografiaNacque a Sant Jordi Desvalls, nella regione della Catalogna in una casa di campagna, aveva tre fratelli, uno dei quali divenne Marista e morì anch'egli martire nella medesima rivoluzione del 1936. I genitori, Narciso e Angela educarono i figli ad una fede semplice. All'età di undici anni si entusiasmò al veder predicare il padre clarettiano Emilio Bover, che predicò a Sant Jordi per alcuni giorni. Quindi Giuseppe chiese ai genitori di poter seguire il padre Bover a Cervera, dove l'Ordine aveva il postulandato. Così accadde il 22 aprile del 1924, da qui si spostò a Barbastro e di nuovo a Cervera e il 27 luglio 1928 con altri 20 confratelli iniziò il noviziato a Vic. Il 15 agosto 1929 emise la professione religiosa e continuò la formazione per diventare sacerdote a Solsona e Cervera. Dovette sospendere la formazione per un anno a causa di un'infezione polmonare che lo portò quasi alla morte. Il 1 luglio 1936 arrivò a Barbastro per iniziare l'ultimo anno di teologia.[1] Era attratto dalla letteratura e dalla poesia, lavorò e collaborò assiduamente con le riviste "Legión Cordimariana", "La fiesta santificada" e L'"Almanaque del Corazón de María". Di lui ci rimane la poesia "A la memoria de mi santa madre": (ES)
«... Adíos, madre mía; (IT)
«... Addio madre mia; Insieme agli altri ospiti del seminario venne arrestato il 20 luglio del 1936 dalle milizie anarchiche sotto il comando del governo repubblicano che presero il potere a Barbastro e venne recluso nel salone della scuola dei padri Scolopi. Il 12 agosto 1936 firmò la lettera di offerta alla Congregazione con queste parole: (ES)
«¡Viva Jesucristo Redentor! (IT)
«Viva Gesù Cristo Redentore! Insieme a 19 suoi confratelli venne fucilato la mattina del 13 agosto sul ciglio di una strada fuori città, fece parte del terzo gruppo di clarettiani di Barbastro che subirono il martirio. I loro corpi sono stati gettati in una fossa comune. [2] Dopo la guerra i resti dei martiri furono riesumati e si possono venerare oggi nella cripta della casa museo a Barbastro. Nel 2013 è uscito un film sulla vicenda intitolato "Un Dios prohibido" per la regia di Pablo Moreno.[3] CultoLa beatificazione avvenne a Roma, ad opera di Giovanni Paolo II, il 25 ottobre 1992. La Chiesa cattolica lo ricorda il 13 agosto.[4] Note
Bibliografia
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni
|