Arriva nel 1943 a Roma, dove frequenta l'Osteria Fratelli Menghi, noto punto di ritrovo per pittori, registi, sceneggiatori, scrittori e poeti tra gli anni '40 e '70. A Roma, assieme ad Emilio Vedova e Toti Scialoja, espone alla Galleria dello Zodiaco e alla Quadriennale di Roma.
Successivamente, aderisce al gruppo del Fronte nuovo delle arti, e partecipa in questo gruppo alla Biennale del 1948; poi, a seguito di dissapori, dovuti sia al diverso stile dei componenti del "fronte" sia a una diversa concezione dei limiti dell'impegno politico richiesto alla figura dell'artista, Turcato se ne distacca per aderire nel 1952 al cosiddetto Gruppo degli otto, insieme ad alcuni dei più noti esponenti dell'astrattismo informale italiano (Afro, Birolli, Corpora, Santomaso, Morlotti, Emilio Vedova, Mattia Moreni) insieme ai quali partecipa quell'anno a una discussa edizione della Biennale, che si aggiunge alla sua partecipazione del 1950 nella quale vinse il Premio Acquisto con l'opera "Miniera".
Intanto il suo astrattismo stava ormai trovando una dimensione unica e originale. Con un percorso forse inverso a quello di Emilio Vedova, ormai proiettato verso la violenza del segno, Turcato andava "raffreddando" le sue creazioni, con colori che paiono sgorgare lentamente dalla tela, usando materiali quali la sabbia (a cui conferisce un caratteristico aspetto cangiante), ricorrendo al monocromo e all'uso della gommapiuma, con la quale confeziona gelide e affascinanti "Superfici lunari".
L'attività espositiva e la fortuna critica di Turcato hanno pochi eguali nell'arte italiana del '900: egli è presente alla Biennale anche nel 1954, 1956, 1958 (Sala personale e vincitore del Premio Nazionale), 1966 (Sala personale), 1968, 1972 (Sala personale), 1982, 1986, 1988, 1993 e ancora un'ultima volta nel 1995, portando a 15 le sue partecipazioni alla rassegna veneziana.
Nel 1951 si aggiudica il primo premio al Premio del Golfo a La Spezia, con l'opera "Cantiere", ora esposta al Centro d'arte moderna e contemporanea (CAMeC). Nel 1953 vince un premio acquisto in occasione della prima edizione del Premio Spoleto. Nel 1955, nel corso di una delle numerose Quadriennali romane a cui fu invitato, la Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma acquistò un suo "Reticolo" per l'inserimento nelle collezioni permanenti. In altri anni vinse anche il primo premio e il premio della Presidenza del Consiglio.
Benedetta Carpi De Resmini e Martina Caruso (a cura di), Giulio Turcato. Stellare, Macerata, Quodlibet, 2013, p. 13, ISBN978-88-7462-564-2.
L'arte Contemporanea, da Cèzanne alle ultime tendenze, Renato Barilli, Feltrinelli, Milano, 1984,
Storia della Pittura dal IV al XX secolo, a cura di C.L. Ragghianti, Istituto Geografico De Agostini, Novara, 1986
Giulio Turcato, opere su carta, con testi di Giulio Turcato, Achille Perilli, Francesco Moschini, catalogo della mostra tenutasi presso la galleria A.A.M. Architettura Moderna nel maggio giugno 1998, 1998, Edizioni A.A.M. Architettura Arte Moderna / Mara Coccia, Roma.
Giorgio de Marchis/ Ugo Pirro [Testi]; Giulio Turcato. Opere inedite e rare. [Catalog n. 1./ A cura della Galleria Anna D’Ascanio]. Rom/ Roma, Galleria Anna D’Ascanio 2000.
Peripezie del dopoguerra nell'arte Italiana, Adachiara Zevi, Einaudi, 2005
l'arte del XX secolo, vol.III - La nascita dell'arte contemporanea - AA.VV. - Skira
Turcato, Arte92, Milano, 2006
Kandinskij e l'astrattismo italiano, Catalogo della Mostra - Palazzo Reale, Milano, 2007
Storia dell'arte contemporanea in Italia, Renato Barilli, Bolati Boringhieri, Torino, 2007