Giovanni Romano BacchinGiovanni Romano Bacchin (Belluno, 27 dicembre 1929 – Rimini, 10 gennaio 1995) è stato un filosofo italiano. BiografiaDopo aver conseguito la laurea nel 1961, nel 1965 ottenne la libera docenza in filosofia della storia. Dal 1966 al 1980 insegnò filosofia della storia e filosofia della scienza presso l'Università di Perugia. Negli anni dal 1971 al 1973 occupò anche la cattedra di filosofia della scienza presso l'Università di Lecce. Dal 1981 fu docente presso la facoltà di lettere e filosofia dell'Università di Padova, tenendo la cattedra di filosofia teoretica[1]. Fu membro della "Società Filosofica Italiana". Morì il 10 gennaio 1995, sulla spiaggia di Rimini. PensieroCresciuto filosoficamente nella scuola metafisica padovana di Marino Gentile, intorno agli anni sessanta, Bacchin presto sviluppò una propria originalità di approccio e di ricerca filosofica, che lo rendono difficilmente assimilabile ad una qualche corrente o "famiglia" filosofica se non quella della libera e inesausta teoresi. A testimonianza della specificità del suo approccio metafisico si può citare questa sua affermazione. «V'è un senso metafisico che può andare perduto. Né basta parlare di metafisica e considerarsi metafisici per possederlo. La perdita del senso metafisico è anche trionfo del condizionale e quindi dell'ipocrisia: "direi", "avanzerei la proposta", "mi si passi l'espressione", "vorrei che il lettore ricavasse l'impressione..'", "anche se siamo, il lettore ed io, - certo io - immensamente piccoli", "a mio sommesso avviso" e così via in un continuo spostare l'attenzione su di sé e in un continuo, inutile, domandare scusa al lettore della propria - scontata - pochezza, rivelando che non è poi così scontata da non parlarne. Nudo e indifeso alla presenza della verità, il metafisico non lo può essere di meno di fronte agli uomini, i quali - di certo- non sono la verità. [2]» Riferimento costante dell'incessante dialogo filosofico di Bacchin fu senz'altro l'attualismo gentiliano. Opere
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