Giovanni Pietro e Giovanni Ambrogio De DonatiGiovanni Pietro e Giovanni Ambrogio De Donati (documentati tra il 1484 ed il 1524; fl. XV-XVI secolo) sono stati tra i protagonisti della scultura lignea nel ducato milanese. Vita e profilo artisticoI fratelli De Donati, cui va aggiunto il fratello Lodovico De Donati valido pittore autore nel 1513 della Madonna col Bambino tra i Santi Bernardo e Defendente conservata a Sondrio nel Museo Valtellinese di Storia e Arte[1], gestirono un'importante bottega in Milano, che fu molto attiva nei decenni a cavallo tra il XV ed il XVI secolo, il "periodo d'oro" della scultura in legno in terra lombarda. La loro produzione artistica si riferì ad una grande varietà di opere: stalli, ancone d'altare, polittici, gruppi scultorei raffiguranti il Compianto sul Cristo morto, crocifissi, statue della Madonna ed altro ancora. Essi contesero ad un'altra grande bottega, quella dei Del Maino, il primato della produzione di tali opere lignee. Il linguaggio artistico di Giovanni Pietro ed Ambrogio si dimostra aggiornato sugli sviluppi rinascimentali della pittura lombarda - da Vincenzo Foppa al Bergognone, a Bernardino Zenale – e attinge, come d'uso, spunti importanti dal repertorio delle incisioni nordiche allora disponibili. In assenza di fonti documentali, le opere uscite dalla loro bottega sono attribuite ad entrambi i fratelli, stante la grande difficoltà nel rintracciarne un profilo artistico distinto. In passato la critica aveva assegnato a Giovanni Pietro i due grandi rilievi provenienti dall'altare della basilica di santa Maria del Monte sopra Varese ora in esposizione al Castello Sforzesco; in tempi più recenti tali opere sono state attribuite ad un differente raffinato intagliatore lombardo sulla cui identità non si è ancora fatta chiarezza, il Maestro di Trognano. Nella realizzazione delle grandi ancone d'altare i De Donati mostrano di aver acquisito familiarità anche con le soluzioni architettoniche adottate da Bramante (come, ad esempio, avviene con la volta a botte prospetticamente accorciata presente nell'"arcosolio" dell'Altare della Pietà nel Santuario della Madonna del Sasso (Orselina)) e con gli elementi decorativi tipici dell'Amadeo utilizzate per abbellire pilastri, lesene, timpani ed altre partiture architettoniche. Va ricordato che assieme a Giovanni Pietro e Giovanni Ambrogio, vi fu un terzo fratello, Alvise, che tenne bottega a Vercelli e poi a Milano. Alvise fu attivo almeno sino al 1503; ma non si hanno notizie certe su eventuali collaborazioni con gli altri fratelli. Tra le opere dei fratelli De Donati si deve menzionare un Compianto sul Cristo morto (ca 1486- 93) ora conservato nella Pinacoteca civica di Varallo e proveniente dal Sacro Monte (verosimilmente dall'antica cappella della Deposizione, cosa che giustifica il nome di Pietra dell'Unzione con il quale il gruppo ligneo è tradizionalmente indicato). Le statue rimandano al naturalismo ed alla umana poetica di Martino Spanzotti, capace di parlare al cuore della gente umile: «Nulla in questo Compianto- osserva Giovanni Testori - ricorda la tortura formale, lo scatto di un'intelligenza che sviscera le situazioni, le esacerba e, così facendo, si autodrammatizza. Qui lo strazio è silente; e la coscienza della morte, muta. I corpi son pesi montagnardi, lontani da ogni bellezza, quanto vicini a ogni riconoscibile legame affettivo; verrebbe da dire, a ogni parentela; una totale, commovente pienezza umana li concrea e sovrasta» Pressoché coevo al gruppo di Varallo è il già ricordato Altare della Pietà, ancona lignea conservata nel Santuario della Madonna del Sasso ad Orselina, nel Canton Ticino. Nel 1497 fu commissionata ai due fratelli una maestosa ancona per la Chiesa di San Giovanni Maggiore a Como con le Storie di San Pietro martire: nel XIX secolo l'opera – tra le più importanti uscite dalla bottega dei De Donati - è stata smembrata e venduta sul mercato antiquario. Se ne conservano cinque formelle con scene della vita del santo, ospitate in quattro diversi musei (Opava nella Repubblica Ceca, Berlino, Sarasota in Florida e Boston) Un altro magnifico Compianto di Giovanni Pietro ed Ambrogio (che però ha ricevuto pesanti ridipinture) è quello della chiesa di San Bartolomeo a Caspano (1500-1510), comune di Civo (SO); la stessa chiesa – che appare come vera e propria vetrina delle qualità artistiche dei due fratelli - contiene due importanti ancone lignee, intagliate, dipinte e dorate, quella della Resurrezione di Lazzaro (1508) e quella sull'altare del santo eponimo della chiesa con scene istoriate della Vita di San Bartolomeo (1510-20). Altre opere attribuite ai dei De Donati sono soprattutto ascrivibili a parti superstiti (rilievi intagliati, statuette, ecc.) di ancone d'altare che sono state smembrate o perse come l'ancona lignea del 1507 della collegiata di San Lorenzo a Lugano[2]. Molti e complessi sono i problemi attributivi che ruotano attorno ai De Donati. Solo in tempi relativamente recenti - come si è detto - il Maestro di Trognano (che si era ipotizzato essere uno dei due fratelli), ha acquisito, pur in assenza di identificazione, un suo autonomo profilo artistico. Molte opere minori, quali piccoli altari contenenti la scena della Natività, già attribuiti alla bottega dei fratelli, devono forse ascriversi a quella di Giacomo del Maino. D'altra parte in quegli anni era abbastanza comune che le commesse più importanti vedessero la collaborazione di più botteghe, pratica che portava ad una qualche sovrapposizione dei linguaggi stilistici. Opere
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