Figlio di Marchioro e di Maria Maddalena Fent, la sua attività è attestata per la prima volta in un contratto del 17 novembre 1708 con il quale iniziava l'apprendistato presso l'intagliatore venezianoGiuseppe Fanoli. Lo stesso documento smentisce quanto sostenuto dalla letteratura ottocentesca, e cioè che il Marchiori fosse stato allievo del celebre Andrea Brustolon.
Secondo una tradizione consolidata, la sua prima opera fu un cassettone per la sagrestia della chiesa di Caviola, realizzato attorno al 1715. Poco più tardi realizzò e firmò un busto ligneo di Adone.
Come dimostrano altri documenti, nel 1725 risultava titolare di una propria bottega a Venezia, aperta da almeno due anni, e iscritto al collegio degli scultori.
Il primo lavoro di rilievo è un angelo ligneo, perduto, destinato al campanile di San Giorgio Maggiore (1727), cui seguirono le decorazioni per due imbarcazioni destinate al trasporto del doge (decise dal Senato nel 1733). Al 1731 risalgono i primi lavori in marmo per la cattedrale di Graz in Austria a al 1737 per la parrocchiale di Buie in Istria.
Opere
Duomo, a Graz, due statue e due gruppi di marmo sull'altare maggiore, 1731-1732.
Buie, parrocchiale, San Servolo e San Sebastiano, 1737.
Rovigno, collegiata, statue dell'altare del Santissimo, 1739 ca.
Chiesa di San Rocco, a Venezia - due statue firmate poste sulla facciata - San Pietro Orseolo e San Gherardo Sagredo; all'interno nelle nicchie sulla controfacciata statue di Davide con la testa di Golia e Santa Cecilia; nella cappella a destra della maggiore lunetta marmorea del 1743 San Rocco in gloria, già sulla facciata.
Chiesa di San Simeon Piccolo, a Venezia - nella sacrestia Crocifisso marmoreo attribuito al Marchiori. Nell'antisacrestia, sopra il lavabo, piccolo rilievo, La probatica piscina del Marchiori, con in basso il ritratto dell'autore.
Treviso, Chiesa di Santa Maria Maddalena sull'altare maggiore le statue della Fede e della Speranza, nella sagrestia il Redentore attribuito al Marchiori.
Treviso, Galleria Comunale di Arte Moderna.
Treviso, Musei Civici Santa Caterina, Testa di Flora.
Monselice, Pieve di Santa Giustina, tre bassorilievi con la vita di sant'Agostino[2].
San Trovaso, antica chiesa parrocchiale, altare marmoreo con tabernacolo e due angeli.
Note
^Vittorio Fabris, La Valsugana orientale e il Tesino, parte seconda: I paesi a sinistra del torrente Masoe la conca del Tesino, Litodelta, Scurelle 2011, pagg. 145-146.
Andrea Bacchi, Giovanni Marchiori, in La scultura a Venezia da Sansovino a Canova, pp. 745–747, Longanesi & C., Milano 2000, ISBN 88-304-1776-9.
Simone Guerriero, Nuove proposte per Giovanni Marchiori (1696-1778). In Janez Höfler (a cura di), Francesco Robba and the Venetian sculpture of the eighteenth century. Rokus Ljubljana 2000, pagine 125-136. ISBN 961-209-160-9