Giovanni II Sanclemente

Giovanni Sanclemente
NascitaTrapani, c. 1510
MorteTrapani, c. 1575
Dati militari
Paese servito Regno di Sicilia
Anni di servizio1535 - 1561
GradoAmmiraglio
ComandantiCarlo V d'Asburgo
GuerreGuerre ottomano-asburgiche
Battaglie
Altre carichesenatore di Trapani
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Giovanni Sanclemente e Sieri Pepoli (Trapani, c. 1510Trapani, c. 1575) è stato un nobile e militare italiano.

Biografia

Origini familiari

Nacque a Trapani all'inizio del XVI secolo in seno ad una delle più illustri famiglie della città[1], figlio di don Simone Sanclemente a Mannina, regio cavaliere e barone di Inici, e di donna Francesca Sieri Pepoli e Barlotta.

I suoi nonni paterni furono il nobile Giovanni Sanclemente e la nobildonna Bartolomea Mannina, figlia del nobile Simone Mannina; quelli materni don Giovanni Sieri Pepoli, barone di Fontanasalsa, e donna Antonia Barlotta, figlia di don Pietro Barlotta[2][3].

Discendeva quindi da alcune delle più cospicue famiglie dell'aristocrazia trapanese: i Sanclemente (discendenti dei Santcliment di Barcellona[4][5]), i Mannina (discendenti dei Chiaramonte[6]), i Sieri Pepoli (discendenti da un cadetto della Real Casa d'Inghilterra [7][8], in particolare da un Giovanni figlio di Alfredo il Grande[9]) e i Barlotta.

Carriera

Fu capitano di due galere e nel 1535 si distinse durante la conquista di Tunisi, al fianco dell'imperatore Carlo V d'Asburgo[5]. Meritatamente ottenne un lauto stipendio e l’ufficio di capitano di giustizia[5].

Di ritorno dalla vittoriosa campagna africana ospitò il sovrano nel proprio feudo di Inici. Carlo V d'Asburgo venne infatti accolto dal Sanclemente nel castello di Inici e vi dormì per una notte[10][11][12].

Fu poi senatore di Trapani nel 1545-1546[13].

Nel 1560 partecipò alla spedizione organizzata da Filippo II di Spagna per riconquistare la città di Tripoli prendendo parte alla Battaglia di Gerba. L'anno successivo fu mandato a dar soccorso a La Goletta e Tunisi con 400 fanti al suo comando[5][14][15].

Il 23 giugno 1561, essendo capitano della flotta delle galere siciliane, si scontrò, presso le isole Eolie, con l'ammiraglio ottomano Dragut[16][17].

Nel biennio 1572-1573 ricoprì nuovamente la carica di senatore di Trapani[18].

Matrimonio e figli

Sposò donna Allegranza Fardella e Sieri Pepoli, figlia di don Giovanni Antonio Fardella, barone di Fontanasalsa, e di donna Benedetta Sieripepoli[5]. La moglie era sua prima cugina, in quanto figlia di una sorella di sua madre[19]. La coppia ebbe due figli:

Note

  1. ^ Giuseppe Maria Di Ferro, Guida per gli stranieri in Trapani, con un saggio storico, Trapani, 1825, p. 188.
  2. ^ Salvatore Accardi, I Sieri Pepoli, parte terza (PDF), su trapaniinvittissima.it, p. 49 (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2013).
  3. ^ Salvatore Accardi, I Sieri Pepoli, parte quarta (PDF), su trapaniinvittissima.it, p. 70 (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2013).
  4. ^ Giuseppe Castronovo, Casati nobili ericini, a cura di Anna Burdua, Trapani, Corrao, 1997, p. 76.
  5. ^ a b c d e f g Salvatore Accardi, Il testamento di Allegranza Sanclemente (PDF), su trapaniinvittissima.it, p. 2 (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2013).
  6. ^ Giuseppe Castronovo, Casati nobili ericini, a cura di Anna Burdua, Trapani, Corrao, 1997, pp. 31, 33, 80.
  7. ^ Nicasio Burgio, La discendenza di Achmet, Trapani, 1786, p. 107.
  8. ^ Berardo Candida Gonzaga, Memorie delle famiglie nobili delle province meridionali d'Italia, VI, Napoli, 1882, p. 135.
  9. ^ Ferruccio Pasini Frassoni, L'origine regia dei Pepoli, in Rivista del Collegio Araldico, XI, n. 1, Roma, Collegio Araldico, 1913, pp. 143-144.
  10. ^ Vito Amico, Dizionario topografico della Sicilia di Vito Amico, tradotto dal latino ed continuato sino ai giorni nostri per Gioacchino Di Marzo, traduzione di Gioacchino Di Marzo, volume secondo, Palermo, Salvatore di Marzo, 1859, p. 603.
  11. ^ Jean Lévesque de Burigny, Storia generale di Sicilia del signor de Burigny tradotta dal francese, illustrata con note, addizioni, tavole cronologiche, e continuata fino ai giorni nostri dal signor Mariano Scasso e Borrello, traduzione di Mariano Scasso e Borrello, volume secondo, Palermo, 1788, p. 152.
  12. ^ La Sicilia in prospettiva. Parte seconda, cioè le città, castella, terre, e luoghi esistenti, e non esistenti in Sicilia, la topografia littorale, gli scogli, isole e penisole intorno ad essa, esposti in veduta da un religioso della Compagnia di Gesù, dedicata all'Illustrissimo Senato palermitano, volume secondo, Palermo, 1708, p. 318.
  13. ^ Francesco Maria Emanuele Gaetani, Della Sicilia nobile, parte terza, Palermo, Pietro Bentivegna, 1759, p. 398.
  14. ^ Nobiliario di fra’ Pietro Giustiniani - Fondo dei Notai defunti dell’Archivio di Stato di Trapani (Notaio Vincenzo Spalla di Trapani, n. corda 11362, 1700-1701, minuta)
  15. ^ Annali della Città di Trapani Raccolti dal Parroco D. Giuseppe Fardella Patrizio Trapanese, scritti nell’anno 1810 - Biblioteca Fardelliana (ms. 193, pp. 179-181)
  16. ^ De' famosi uomini d'arme siciliani fioriti nel XVI secolo, in Archivio Storico Siciliano, IV, Palermo, Società Siciliana per la Storia Patria, 1879, p. 313.
  17. ^ Rocco Russo, Casteldaccia nella storia della Sicilia, memorie di ieri, Edizioni Arti Grafiche Battaglia, 1961, p. 22.
  18. ^ a b c Francesco Maria Emanuele Gaetani, Della Sicilia nobile, parte terza, Palermo, Pietro Bentivegna, 1759, p. 400.
  19. ^ Salvatore Accardi, I Sieri Pepoli, parte quarta (PDF), su trapaniinvittissima.it, p. 65 (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2013).

Voci correlate