Giovanni AliprandiGiovanni Aliprandi (... – 1426[1]) è stato un nobile italiano.
Era conte palatino e capitanio (vassallo immediato) del Sacro Romano Impero e abitava in Milano, nella parrocchia di San Simpliciano. Aveva sposato Valentina Visconti, figlia naturale di Barnabò Visconti signore di Milano[1][2]. BiografiaLa sua prima comparsa nella vita pubblica è del 1386, quando venne eletto decurione del consiglio per il sestiere di porta Comacina. Qualche anno dopo il duca di Milano lo volle tra i suoi consiglieri ed ebbe ruoli politici e militari anche fuori città[1]. Nel 1403 si trovava a Piacenza dove il comune lo incaricò di sostenere presso il duca Gian Galeazzo Visconti la richiesta di poter costituire quattro squadre per la difesa della città, e di consentire che la potente famiglia degli Anguissola ne venisse cacciata[1]. Nel 1412, venne nominato podestà e capitano delle Armi di Bologna[1] e il suo stemma, con un errore nei colori, figura nello “Stemmario Bolognese"[3]. Quando, nello stesso anno 1412, Estorre Visconti venne proclamato Signore di Milano, Giovanni Aliprandi se ne tornò in patria[1].
Per oltre un decennio, di Giovanni Aliprandi, della moglie, e dei figli non si sa più nulla.
Dai documenti venuti alla luce nel 1800, dopo la fine della Repubblica di Venezia, e da quelli dell'Archivio Visconteo, pubblicati dall'Oslo, risulta chiaramente che Giovanni Aliprandi ordì una congiura per uccidere il conte di Carmagnola, nella speranza di poter convincere in tal modo il Duca, suo parente, a togliere il bando che aveva colpita la sua famiglia. Scoperta la congiura Giovanni Aliprandi venne arrestato e decapitato nel 1426[1]. Note
Bibliografia
Voci correlateCollegamenti esterni
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