Deriva dal nome ebraico יְהוֹשֻׁעַ (Yehoshu'a), che vuol dire "Yahweh è salvezza"[2][3][4][5][8][9], "Dio salva"[4][6], "salvatore dato da Dio"[1], significato pressoché identico a quello del nome Isaia. Di tradizione biblica, Giosuè fu una delle dodici spie che Mosè inviò nella terra di Canaan, e colui che gli successe come capo degli israeliti alla sua morte[2][3][4][5][6][9].
Il nome "Gesù" è un derivato di Giosuè, essendo nato dalla traduzione greca di יֵשׁוּעַ (Yeshu'a), una forma contratta aramaica di Yehoshu'a[2][3]. Inoltre, sempre in greco, Yehoshu'a venne reso utilizzando anche il nome Giasone.
Oltre al personaggio biblico, che è anche venerato come santo dalla Chiesa cattolica, alla diffusione del nome in Italia hanno contribuito anche il culto del beato Giosuè, abate di San Vincenzo al Volturno[4], e la fama dello scrittore Giosuè Carducci[3][4][5] e di Giosuè Borsi, il poeta che morì eroicamente su Carso durante la prima guerra mondiale[3]; è diffuso in tutta la penisola, maggiormente nel Sud, con le forme "Gesuè" e "Gesuele" che sono proprie della Sicilia[4]. Le varianti in Ge- sono derivate probabilmente dall'incrocio con "Gesù", mentre quelle terminanti in -ele sono dovute all'influsso di altri nomi biblici quali Samuele e Daniele[4].
In inglese, nella forma Joshua, è in uso sin dalla Riforma Protestante[2]; negli Stati Uniti risulta tra i dieci nomi maschili più usati per i nuovi nati fin dal 1979[9].