Gian Girolamo GrandiGian Girolamo Grandi (Padova, 1508 – Padova, 1560) è stato uno scultore italiano. Nipote di Vincenzo Grandi, facevano parte di un'importante famiglia di lapicidi attivi nel Nord Italia a partire dal 1422.[1] BiografiaFiglio dello scultore Gian Matteo Grandi, fu sin dall'infanzia iniziato alla carriera paterna dimostrando significative capacità artistiche che gli consentirono ben presto di studiare e lavorare nella bottega dello zio paterno Vincenzo. Fu con lui che si recò a Trento nel 1532 per lavorare alle decorazioni degli interni del Castello del Buonconsiglio commissionate da Bernardo Clesio.[2] Durante il soggiorno trentino i due scultori lavorarono, dal 1534 al 1541, anche alla cantoria nella Chiesa di Santa Maria Maggiore commissionata dal facoltoso commerciante Antonio Ciurletti. La mano di Gian Girolamo in questa opera è probabilmente da riconoscere nei tre busti presenti nella parte inferiore della cantoria che mostrano un linguaggio pienamente cinquecentesco e paragonabili alle opere di Jacopo Sansovino.[3] Verso la metà del XVI secolo, sempre a Trento, i due scultori realizzarono diversi oggetti in bronzo finemente decorati come i secchielli e il campanello da tavola conservati al Castello del Buonconsiglio e i due grandi candelabri collocati nel Duomo.[4] Altre opere di Gian Girolamo, in Trentino, sono il camino della sala delle imprese di Carlo V nel Palazzo delle Albere e le sculture alla sorgente di Belfonte di Villazzano.[5] Successivamente Gian Girolamo torna a Padova dove nel 1551 realizza un pastorale per le monache benedettine di Santo Stefano. Nello stesso anno vine incaricato di riparare i reliquiari nella Basilica di Sant'Antonio.[6] NoteBibliografia
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