Giacomo ParravicinoGiacomo Parravicino, talvolta riportato come Paravicini o Parravicini, detto il Gianolo (Caspano, 5 gennaio 1660 – Milano, 28 febbraio 1729), è stato un pittore italiano. BiografiaGiacomo Parravicino nacque a Caspano in Valtellina il 5 gennaio 1660 da Bartolomeo fu Giovanni Pietro, detto Chilla, e da Benedetta Marchesini. Si formò alla rinnovata Accademia ambrosiana nel periodo in cui era retta da Antonio Busca (1625-1686). I suoi primi lavori di rilievo li eseguì nel paese natio nella parrocchiale di San Bartolomeo nel biennio 1687-1688. Dello stesso periodo sono pure alcuni affreschi e tele in varie chiese e cappelle di Cercino e Morbegno, compresa la collegiata di San Giovanni Battista. In seguito, per il tramite dell'amico pittore Giorgio Bonola (1657-1700), fu a Vacciago, a Corconio e a Orta, nel novarese. Verso il 1694, dipinse a Milano nel Duomo i quadri del Santissimo Sacramento e dei Miracoli di San Carlo. L'anno successivo fu ancora a Milano per dipingere in collaborazione con il Bonola gli affreschi delle navate laterali della chiesa di Sant'Alessandro in Zebedia. In quell'anno entrò a far parte della neonata Accademia di San Luca fondata dal Bonola stesso (insieme al padre Rocco) nella natia Corconio, con l'intento di riunire i più noti pittori lombardi del tempo, a lui legati dal comune sentire artistico, sotto l'influenza della linea classicista tracciata da Carlo Maratta (1625-1713). Il sodalizio tra i due artisti si sviluppò intensamente tra il 1689 ed il 1695. All'Accademia corconiense avevano aderito anche i fratelli Grandi di Varese, i quadraturisti Giovan Battista (1643- 1718) e Girolamo (1658-1718), con i quali il Gianolo pure collaborò intensamente negli anni successivi. Nel contempo, a cavallo del secolo, il Gianolo (con il quale iniziò a collaborare anche il nipote Alessandro) operò a Chiuro nella parrocchiale dei santi Giacomo e Andrea e nel santuario della Beata Vergine della Neve e di San Carlo. Quindi a Caspano, a Cercino e nuovamente a Milano con una Immacolata in gloria nella cappella di Sant’Agata della chiesa di Sant'Angelo. Sempre verso la fine del secolo è datata la realizzazione delle tredici lunette del chiostro del convento di San Francesco a Trecate. Nel 1704 decorò la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo di Biumo Inferiore, nel 1705-1706 dipinse due grandi tele (Il trasporto delle reliquie e Il martirio dei Ss. Gervasio e Protasio) per la chiesa dei santi Gervasio e Protasio a Sondrio e nel 1708 la Madonna del Rosario con San Domenico per la parrocchiale di Campovico (Morbegno) dove trovasi anche una sua Crocefissione del 1712. Di quel periodo sono pure i teleri della Predica e del Martirio di S.Bartolomeo nel presbiterio della parrocchiale di Caspano (1712-1714) e le tele della Madonna del Soccorso e Triade presso la chiesa della Misericordia di Casale Monferrato. Sono altresì da citare i dipinti e l'affresco sulla vita di Sant'Alessandro nell'omonima chiesa a Traona, in cui si trovano anche altri diciotto dipinti raffiguranti altrettante virtù, gli affreschi e le tele del presbiterio della chiesa di Sant’Ignazio a Ponte in Valtellina e la pala della Madonna del Suffragio della chiesa dei santi Giacomo e Andrea di Chiuro. Nel 1721 fu nuovamente a Crema, in Santa Maria della Croce, per decorare il corpo settentrionale della basilica. Morì il 28 febbraio (o il 25) 1729 a Milano, dov'era convolato a nozze verso il 1680 con Caterina Biglia ved. Villa, (+ 1723), dalla quale ebbe quattro figli tra i quali Giuseppe (1683-1716), pure lui pittore, morto prematuramente a 33 anni. Il figlio di quest'ultimo, Alessandro (1705-1780), proseguì anch'egli con discreto successo l'attività artistica dopo aver collaborato lungamente con il nonno. Bibliografia
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