Giacomo Parodo
Giacomo Parodo (Carloforte, 21 dicembre 1919 – Bordeaux, 18 febbraio 1944[2]) è stato un militare e partigiano italiano, decorato di medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale. BiografiaNacque a Carloforte il 18 febbraio 1919,[1] figlio di Emanuele e di Luigia Rivano.[3] Mentre lavorava come commesso in un negozio di ferramenta[4] fu arruolato nella Regia Marina il 15 novembre 1939 per compiere il servizio obbligatorio di leva e destinato al Deposito CREM di La Maddalena.[1] Ottenuta la nomina a comune di prima classe fu poi trasferito a Pola, presso la Scuola del Reggimento "San Marco" e di lì alla base atlantica dei sommergibili italiani a Bordeaux.[1] Dapprima venne imbarcato sul sommergibile Enrico Tazzoli e poi assegnato alla difesa della base navale.[1] Quando i tedeschi, dopo l'8 settembre 1943, riuscirono ad assumere il controllo della Base rifiutò ogni tipo di collaborazione con la neocostituita Repubblica Sociale Italiana, riuscendo successivamente ad allontanarsi dal perimetro della base oramai in mano alle forze fedeli alla Marina Nazionale Repubblicana.[1] Datosi alla macchia per tre mesi riuscì a prendere contatto con i maquis francesi, che non erano propensi ad accettare italiani nelle loro file,[4] venendo successivamente catturato dai tedeschi.[4] Consegnato al comando della base di BETASOM fu sottoposto a un sommario processo[N 1] e quindi condannato a morte tramite fucilazione.[4] La sentenza fu eseguita il 18 febbraio 1944, e davanti al plotone di esecuzione mantenne un contegno fiero, rifiutando nuovamente di aderire alla R.S.I. e di essere bendato,[N 2] esclamando: Voglio vedervi in faccia!.[4] Secondo la relazione stilata dal secondo capo Salvatore De Vitas, segretario presso la Base BETASOM all’epoca dei fatti, la sentenza fu eseguita presso il villaggio Delfinia (Gradignan) verso le ore 8, e allo stesso Parodo fu il tenente di vascello Antonio Furlan a dare il colpo di grazia.[4] Insieme a lui quel giorno furono uccisi anche i marinai Giovanni De Angelis e Giulio Luciani, entrambi decorati con la medaglia d'argento al valor militare.[1] A lui, con Decreto del Presidente della Repubblica in data 14 settembre 1948 fu concessa la medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[1] I resti di Giacomo Parodo hanno riposato nel sacrario di Saint-Mandrier[5] a Tolone fino all'ottobre 2013, data nella quale la salma venne trasferita a Carloforte[6]. Proprio a Carloforte, principale centro abitato dell'Isola di San Pietro, ad ovest di Cagliari, un viale è intitolato al valoroso marinaio. La sezione dell'Associazione nazionale marinai d'Italia di Portoscuso porta il suo nome.[7] Onorificenze«Marinaio del reggimento "San Marco" di presidio a base navale dislocata in territorio straniero e caduta, all'armistizio, sotto controllo germanico, si sottraeva alla collaborazione e dopo tre mesi di peregrinazioni clandestine, nel corso delle quali prendeva contatto con formazioni partigiane francesi, veniva catturato e sotto posto a giudizio. Conscio della sorte riserbatagli rifiutava decisamente la collaborazione coi nemico della Patria, accettando senza esitazione il supremo sacrificio. Sicuro di se stesso, davanti al plotone di esecuzione assumeva austero atteggiamento e ripetutamente rifiutava di essere bendato, destando profonda ammirazione nei presenti. L'ultimo suo grido fu di invocazione per la grandezza della Patria alla quale faceva olocausto della vita con fermo e sereno coraggio. Bordeaux. settembre 1943-marzo 1944[8].»
— Decreto del Presidente della Repubblica del 14 settembre 1948. NoteAnnotazioni
Fonti
Bibliografia
Collegamenti esterni
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