L'etimologia è dubbia[2]; il racconto biblico, ricollegandosi al fatto che il bambino nacque dopo la fuga di Mosè dall'Egitto, lo riconduce a גֵּר שָׁם (ger sham, "[sono] qui straniero"), interpretandolo come "straniero", "ospite di passaggio", "pellegrino" (Es18:2-3[6])[1][3][2][4], tuttavia è noto che tra gli israeliti era consuetudine chiamare i bambini con nomi che assomigliavano a parole e concetti che i genitori volevano richiamare, anche se etimologicamente non correlati[2]. Una spiegazione alternativa tradizionale, che non si discosta molto dal racconto biblico, è quella che gli dà il senso di "esilio"[1][2] o "esiliato"[4], avvicinandolo al verbo ebraico gerash, "esiliare", "separare")[2]. Non è però da scartare l'ipotesi che il nome sia di origine non ebraica[2].