Domagk divulgò questi risultati tre anni dopo, quando ebbe la certezza delle sue osservazioni.[1] Successivamente, fu precisato da Federico Nitti ed i suoi collaboratori nel laboratorio di Ernest Fourneau all'Istituto Pasteur, che l'azione antibiotica proveniva dal sulfanilamide contenuta nel prontosil.[2] La via era aperta per la produzione di sulfamidici in grado di combattere e guarire una estesa varietà di infezioni. Una delle prime pazienti salvate dal nuovo farmaco fu proprio la figlia bambina di Domagk che s'era infettata accidentalmente con un ago.
Dal 1928 lavorò come direttore dell'Istituto di ricerche sperimentali in patologia e batteriologia di Elberfeld dove eseguì ricerche sul cancro e sull'azione antibatterica del protosil.
Nel corso della guerra e nel dopoguerra continuò a compiere studi ed esperimenti nel campo della chemioterapia, interessandosi particolarmente della terapia antitubercolare.
Note
^G. Domagk, « Ein Beitrag zur Chemotherapie der bakteriellen Infektionen », Deutsch. Med. Wschr., vol. 61, 15 febbraio 1935, p. 250.
^J. e T. Tréfouël, F. Nitti e D. Bovet, « Activité du p.aminophénylsulfamide sur l'infection streptococcique expérimentale de la souris et du lapin », C. R. Soc. Biol., vol. 120, 23 novembre 1935, p.756.