Florovskij era figlio del rettore del Seminario teologico di Odessa, città in cui studiò arte e filosofia. In vista di un probabile attacco dell'Armata Rossa, nel 1920 lasciò la Russia per stabilirsi dapprima a Sofia, dove venne coinvolto nel movimento nazionalista e, in certo senso, post-occidentale dell'eurasiatismo o eurasismo ("fu l'affermazione che la Russia, pur non disconoscendo i valori culturali europei occidentali nel suo passato e nel suo presente, non doveva più in avvenire rivolgersi ad essi" -Ettore Lo Gatto - Storia della letteratura russa, ed. 1979); poi si fermò per alcuni anni a Praga ove insegnò filosofia del diritto e letteratura russa in molte scuole.[1]
Su invito di Sergej Nikolaevič Bulgakov, nel 1926 divenne professore di patristica all'Istituto di teologia ortodossa "San Sergio" (Parigi). Nel 1932 fu ordinato sacerdote e durante la seconda guerra mondiale divenne cappellano maestro a Belgrado. Partecipò, nel 1936, al Primo Congresso di Teologia Ortodossa, svoltosi, con apporto degli allora più noti teologi ortodossi d'Europa, in Atene, ove sollecitò una viva ripresa di attenzione all'idea-praxis, come espresso nelle opere dei teologi ortodossi da Atanasio fino a Gregorio Palamas, della theosis. Florovskij si oppose alla proposta di Bulgakov di una limitata intercomunione benedetta episcopalmente nelle Fraternità di Sant'Albano e di San Sergio; e sviluppò, in contrasto sia con Bulgakov che con Pavel Florenskij, promotori del sofianismo, una propria teologia di "sintesi neo-patristica". Sollecitato ad esprimersi su temi interconfessionali inerenti la riunificazione delle molteplici confessioni cristiane, ispirandosi anche al pensiero di Vladimir Solov'ev Florovskij divenne assertore dell'Ecumenismo e contribuì alla stesura della Dichiarazione di Toronto (1950) promossa dal Consiglio ecumenico delle Chiese.[1]
Nel 1948 si trasferì negli Stati Uniti, dove fu professore e decano del Seminario ortodosso russo di San Vladimiro di New York (1948–55), professore di storia della chiesa ebraica della Harvard Divinity School (1956–64) e visiting professor di studi slavi e religione all'Università di Princeton (dal 1964).[1]
Florovskij riteneva che il moderno pensiero religioso russo si fosse allontanato dalla Chiesa ortodossa delle origini. La forma di teologia ortodossa da lui sviluppata venne denominata "ellenismo cristiano" o "sintesi neo-patristica". Secondo lui, la teologia è chiamata ad essere patristica perché segue lo spirito e la visione patristica, neopatristica perché i Padri ci aiutano ad affrontare i problemi e le domande attuali, e una sintesi contemporanea perché rispondiamo patristicamente o in modo creativo ispirandoci ai Padri alle sfide del nostro tempo.[1]