George Nelson (designer)George Nelson (Hartford, 29 maggio 1908 – 5 marzo 1986) è stato un designer, grafico e architetto statunitense, insieme a Charles Eames, uno dei massimi esponenti del modernismo americano[1][2]. Biografia«Un buon design, come una buona pittura, cucina, architettura o qualsiasi altra cosa che ti piace, è una manifestazione della capacità delle spirito umano di trascendere i suoi limiti.[2]» George Nelson nacque ad Hartford nel Connecticut, il 29 maggio 1908.[1] Fu insieme a Charles Eames, uno dei massimi esponenti del modernismo americano, definito come «Il creatore di cose belle e pratiche»,[1] contribuendo a trasformare con successo il product design, il graphic design e il design di interni.[2] George Nelson studiò architettura presso l'Università Yale, dove si è laureato nel 1928, dopo di che ottenne una laurea in belle arti nel 1931.[1][3] Un anno dopo vinse il premio Roma.[1] Quando venne in Europa, pur soggiornando a Roma, viaggiò in numerosi paesi per incontrare e intervistare architetti pionieri modernisti.[1][3][4] Pochi anni dopo è tornato negli Stati Uniti per dedicarsi inizialmente alla scrittura e attraverso la pubblicazione dei suoi articoli e saggi, introdusse Walter Gropius, Ludwig Mies van der Rohe, Le Corbusier e Gio Ponti nell'America del Nord.[1][4] Ha difeso a volte con determinazione i principi modernisti e nel 1941 attirò l'attenzione popolare con diversi concetti innovativi.[1] Esordì, dal 1935, alla redazione del Architectural Forum,[3] dopo di che il suo lavoro fu soprattutto legato alla Herman Miller, azienda per la quale progettò prodotti celebri, creato arredi per la casa e l'ufficio, oltre che curato il noto catalogo del 1941, con cui venne lanciata l'azienda.[2][4] Sotto la sua direzione del dipartimento Design, dal 1947 al 1972 vennero creati prodotti che hanno fatto scuola, grazie alla collaborazione di maestri modernisti del design come Ray e Charles Eames, Harry Bertoia, Richard Schultz, Donald Knorr, Isamu Noguchi e Marino Collecchia.[2] Dopo la seconda guerra mondiale, nel suo libro Casa di domani introdusse i concetti di "family room" e di "storagewall", approfonditi ed ampliati con i brillanti collaboratori.[1] Stabilì nuovi standard per il coinvolgimento del design in tutte le attività della società, e così facendo ha aperto la strada alla pratica della gestione dell'immagine aziendale e ai programmi di grafica,[1]così come ideò un'immagine coordinata aziendale chiara, che andasse dalla progettazione degli arredi alla comunicazione fino all'allestimento.[4] Come architetto realizzò numerose residenze private. La Sherman Fairchild House (1941), con il suo preciso razionalismo,[5] attirò un grande interesse e il suo modello di casa sperimentale (1957), con il quale si dedicò alla industrializzazione edilizia,[5] esemplificò la sua predilezione per i materiali più adatti alle nuove regole, per la progettazione con elementi modulari, per gli edifici prefabbricati, le planimetrie flessibili, le stanze quadrate componibili.[3][5] Fu una delle voci più autorevoli sul design e sull'architettura negli Stati Uniti del XX secolo;[5] si dedicò all'insegnamento, scrisse numerosi saggi, organizzò importanti convegni.[1] Tra i prodotti disegnati da George Nelson per la Herman Miller vi fu la Basic Cabinet Series,[4] prodotta dal 1946 al 1958, oltre all'Herman Miller's Action Office, e nel 1970 il Nelson Workspaces, un originale sistema per ufficio, costituito da una serie di elementi modulari che potevano essere liberamente combinati.[2] Tra i suoi progetti più noti vi sono il Divano Marshmallow,[4] la Coconut Chair,[4] il gruppo di linee di contatto, i suoi orologi[4] e molti altri prodotti che sono diventati punti di riferimento nel design del XX secolo.[1][2] Durante la sua carriera Nelson ha prodotto design per arredamento, costruzioni e grafica, una dozzina di libri, tra i quali Problemi di design (Problems of design, 1957)[5] e numerosi articoli per riviste.[4] George Nelson morì a New York nel 1986.[1] Opere
Note
Bibliografia
Voci correlateAltri progetti
Collegamenti esterni
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