Gente non comune
Gente non comune: Storie di uomini ai margini della storia (Uncommon People: Resistance, Rebellion and Jazz) è una raccolta di ventisei saggi dello storiografo britannico Eric Hobsbawm pubblicato per la prima volta nel 1998. ContenutoCome afferma l'autore nella Prefazione, i saggi riguardano «persone i cui nomi sono di solito ignoti a tutti, se non a familiari e a vicini [...] ma collettivamente, se non come singoli, quegli uomini e quelle donne sono stati protagonisti della nostra storia. Quello che hanno pensato e fatto è tutt'altro che trascurabile; era in grado di influire, e ha influito, sulla cultura e sugli avvenimenti»[1]. Tre sezioni si occupano di particolari gruppi sociali: classe operaia e radicalismo politico (capitoli 1-10); i lavoratori delle campagne (capitoli 11-13); i jazzisti (capitoli 19-25); una quarta sezione (14-18) è dedicata ad eventi storici della seconda metà del XX secolo.
CriticaIn una intervista, Hobsbawm definì il Novecento come il secolo della "gente comune", il periodo in cui le masse anonime hanno fatto irruzione nella scena politica, determinandone mutamenti anche radicali[5]. Fra gli argomenti trattati, le lotte politiche dei calzolai, il Maggio francese, il bandito Salvatore Giuliano, la storia del jazz, "una delle poche forme d'arte le cui radici affondano nella vita delle classi povere". Gli scritti di Eric Hobsbawm erano un esempio di ciò che i francesi chiamano "haute vulgarization" (alta divulgazione) per la «facilità non comune di espressione dell'autore, il suo stile vivace e la sua capacità di sintetizzare complesse vicende»[6]. Edizioni
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