Gennaro Tedeschini Lalli
Gennaro Tedeschini Lalli (Ficulle, 22 novembre 1889 – Roma, 15 marzo 1948) è stato un generale e aviatore italiano, pluridecorato combattente della guerra italo-turca e della prima guerra mondiale, fu comandante dell'Aeronautica dell'Africa Orientale tra il maggio 1937 e il dicembre 1939. Durante la seconda guerra mondiale comandò la 1ª Squadra aerea e la 2ª Squadra aerea. BiografiaNacque a Ficulle in provincia di Terni il 22 novembre 1889,[1] figlio di Domenico. Arruolato nel Regio Esercito partecipò come sottotenente di fanteria alla guerra italo-turca, combattendo in Libia, meritandosi una Medaglia di bronzo al valor militare. Durante la prima guerra mondiale combatté dapprima nelle file del Regio Esercito, transitando successivamente nel battaglione aviatori assegnato ai dirigibili, e meritandosi due medaglie d'argento al valor militare per le azioni belliche da lui compiute. Nel corso del 1923 entrò a far parte della neocostituita Regia Aeronautica. Nel giugno 1926 fu insignito dell'onorificenza di Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia.[2] Nella prima metà degli anni Trenta fu comandante del 1º Stormo, della 1ª Brigata Aerea da Bombardamento, e dal novembre 1934 della 1ª Zona Aerea Territoriale (Z.A.T.) di Milano,[3] avendo alle sue dipendenze come Capo di stato maggiore il colonnello Gian Mario Beltrami, per passare successivamente al comando della 2ª Z.A.T. Il 10 maggio 1937 fu nominato comandante[3] del Comando aeronautica dell'Africa orientale italiana[4] in sostituzione del generale di divisione aerea Renato Mazzucco.[4] Diresse le operazioni aeree in contrasto alla guerriglia etiopica fino al 1º dicembre 1939, quando fu sostituito dal generale Pietro Pinna Parpaglia. Ritornato in Patria assunse il comando della 2ª Squadra aerea,[3] costituita in Sicilia il 1º luglio 1938, avente Quartier generale a Palermo. La seconda guerra mondialeAll'entrata in guerra dell'Italia, il 10 giugno 1940, la 2ª Squadra aerea iniziò subito le operazioni belliche contro obiettivi situati a Malta, in Algeria e in Tunisia. Il 23 dicembre 1940 la 2ª Squadra aerea fu trasferita a Padova in previsione delle operazioni belliche contro la Jugoslavia, da effettuarsi in collaborazione con la 4ª Squadra aerea e con l'Aeronautica dell'Albania. Lasciò tale comando il 15 giugno del 1941 per assumere il giorno dopo quello della 1ª Squadra aerea,[3] che mantenne fino al 1º ottobre 1942. Lasciato tale incarico fu nominato nuovamente comandante della 1ª Zona Aerea Territoriale (Z.A.T.) di Milano. Nei primi mesi del 1943 espresse al Capo di stato maggiore della Regia Aeronautica, generale Rino Corso Fougier, i propri dubbi sulla tenuta morale[5] dei quadri della Regia Aeronautica.[N 1] Divenuto presidente del Comitato Superiore dell'Aeronautica[6] il 1 luglio 1943, alla vigilia dell'invasione del territorio nazionale e della caduta del regime fascista, redasse un rapporto in cui denunciava lo stato del personale dell'aeronautica, mettendo in evidenza le carenze addestrative,[N 2] di comando e la presenza nei reparti di molti imboscati e raccomandati.[6] Morì a Roma, il 15 marzo 1948.[1] Onorificenze«Generale di Squadra Aerea – Comandante superiore della Regia Aeronautica in A.O.I., durante un intenso periodo di grandi operazioni di polizia coloniale, si è dimostrato valido animatore ed energico capo delle forze ai suoi ordini concorrendo efficacemente al successo delle operazioni. A.O.I., aprile-dicembre 1937-XVI.[1]»
«Generale di Squadra Aerea – Ufficiale instancabile di alte qualità morali, di grande energia e di instancabile attività, comandante della 2 squadra aerea, predisponeva ed organizzava in modo perfetto lo schieramento dei reparti e la complessa attrezzatura logistica delle basi. Mediante un'accorta, vigile ed intelligente azione di comando e con il costante, personale esempio di dedizione al dovere, riusciva a mantenere salda l'efficienza dei reparti e vivo lo spirito e l'entusiasmo degli equipaggi per tante volte duramente provati, e ne effettuava l'impiego con brillante iniziativa, tempestività e audacia, conseguendo risultati brillanti e decisivi. Mediterraneo centrale, 10 giugno 1940-23 dicembre 1940-XIX.[1]»
«Comandante in seconda di un dirigibile, dotato di grande perizia e di alto spirito di sacrificio, compì in breve periodo di tempo 13 missioni di bombardamento su importanti obiettivi militari del nemico. In ogni occasione rifulse per il suo coraggio, conservando sempre sua mirabile calma anche nei momenti di maggior pericolo, quando l'aeronave, fatta segno ad intenso tiro delle artiglierie nemiche postate sulle più alte vette, si vedeva minacciata la via del ritorno. Spesso, unico cooperatore del suo comandante, gli portava valido aiuto nella riuscita delle imprese affidategli. Cielo di Livenza, di Tezze, di Portogruaro, di Bolzano e di Mattarello, 16 novembre 1917-11 maggio 1918.»
«Ufficiale di bordo e poi comandante in seconda di un dirigibile, ha compiuto in tale qualità otto azioni di bombardamento, dimostrando mirabili doti di calma, perizia ed ardimento, ed essendo sempre di valido aiuto al proprio comandante, anche quando la certezza del ritorno era compromessa per il violento fuoco del nemico e per l'attacco di velivoli avversari. Stazione di Opcina, 20-26 aprile -Vallone di Chiapovano, 22-24 settembre - Stradone di Codroipo, 4 novembre -Ponti di Mandrisio, 7 novembre – Strada Grisolera-Tezze (due ascensioni), 10 novembre 1917.»
«Dimostrarono grande calma ed energia nel condurre il loro plotone al fuoco e molto slancio nel guidarlo all'assalto delle posizioni nemiche. Sidi Said, 28 giugno 1912.»
— 14 gennaio 1937[7]
— 19 febbraio 1942
NoteAnnotazioni
Fonti
Bibliografia
Collegamenti esterni
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